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Restaurata una Madonna col Bambino del XVI secolo

Il restauro è stato eseguito da Roberta Righini

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UDINE – La sala del Museo Etnografico del Friuli dedicata a “Luigi e Andreina Ciceri”, con la sua pregevole raccolta di opere lignee, si arricchisce di un’ultima importante statua, una Madonna col Bambino attribuita a uno scultore veneto attivo in Friuli nel XVI secolo e pervenuta fra le raccolte civiche udinesi nel 1985 quando la signora Ciceri, in ricordo del marito appena scomparso, donò all’amministrazione una quarantina di sculture lignee.
Il recente restauro eseguito da Roberta Righini ha restituito, nonostante alcune perdite, fra cui le mani della Vergine, il fascino di questo nobile gruppo scultoreo, molto accurato nella definizione dei particolari.

La caratteristiche tecniche, come l’intaglio cavo del dorso, i fianchi assottigliati, l’emergere della postura sul seggio, suggeriscono una collocazione originale entro un’edicola o una nicchia o nel comparto centrale di un altare smembrato.  Il recupero del bel volto sereno della Madonna e del panneggio della veste virginale, splendente nella sua doratura e che avvolge la figura, ne sottolineano la grazia, accentuata dall’atteggiamento accogliente e protettrice della Madre che espone ai fedeli il Figlio.
Gesù è in piedi, in una posa mossa, protetto dal braccio materno e nella mano sinistra esibisce un globo quadripartito originariamente sormontato dalla croce: la destra, perduta, era benedicente. Il Santo Bambino è così raffigurato come Salvator Mundi a sottolineare la potenza creatrice e provvidenziale di Gesù.

Si tratta di un’iconografia cara alla tradizione religiosa della regione e che ritroviamo ad esempio nella produzione di Giovanni Martini, nella Madonna col Bambino dell’altare della chiesa di San Giacomo a Coseano (1523).
Le caratteristiche stilistiche e la perfezione miniaturistica con la quale sono rese le cadenze del panneggio e il raffinato motivo decorativo che adorna lo scialle che copre lo scollo e le spalle della Vergine rimandano ad uno scultore di formazione veneta, attivo in Regione nella seconda metà del Cinquecento.
“Con questo importante recupero – ha sottolineato l’assessore alla Cultura del Comune di Udine Fabrizio Cigolot – siamo andati a restituire alla nostra città una delle sue opere più significative, sia per la sua bellezza, sia per la sua capacità di esprimere al meglio la sensibilità artistica che si respirava in area friulana e veneta durante il XVI Secolo e di mostrare in maniera esemplare le tecniche utilizzate. Oltre a ringraziare la restauratrice, la dottoressa Roberta Righini, e tutto il personale del Museo Etnografico del Friuli, desidero dedicare un pensiero e un ricordo alla signora Andreina Ciceri, coniuge del signor Luigi, alla cui generosità e filantropia dobbiamo il fatto di poter oggi contemplare questa straordinaria opera”.

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