Cronaca & Attualità
Lanciata la campagna #IOCOMPROFVG per dare ‘ossigeno’ alle aziende locali
L’appello alla popolazione per una spesa consapevole a sostegno della comunità
UDINE – E’ stata lanciata la campagna di sensibilizzazione #IOCOMPROFVG per dare ‘ossigeno’ al tessuto agroalimentare del Friuli Venezia Giulia. Tutte le filiere della regione sono infatti in sofferenza a causa dell’emergenza sanitaria. Un grosso impatto lo ha avuto all’inizio la chiusura delle mense scolastiche, con tonnellate di prodotti freschi rimasti nei magazzini e nelle celle frigorifere. Ma era solo l’inizio: la serrata di bar e ristoranti è stato come uno tsunami sui contratti di fornitura già in corso.
Recentemente lo stesso l’assessore regionale Stefano Zannier si è rivolto alle imprese di trasformazione chiedendo loro di usare latte friulano per far fronte al crollo della domanda di prodotti lattiero caseari freschi, che a sua volta sta causando il mancato ritiro del latte dalle stalle locali. In questo momento nemmeno l’export rappresenta un’alternativa valida, non solo per i filtri che diversi Paesi hanno imposto alle frontiere, ma anche per una guerra commerciale che ha causato la richiesta di ingiustificabili certificazioni virus-free come freno ai prodotti del Friuli Venezia Giulia.
È per questo che l’agenzia di cluster Agrifood Fvg, in accordo con l’Assessorato regionale, ha lanciato la campagna #IOCOMPROFVG. “Chiediamo ai consumatori di fare una spesa consapevole, oggi più che mai. L’invito è quello di privilegiare negli approvvigionamenti mozzarelle e formaggi freschi prodotti con il latte locale al posto di quelli ottenuti da cagliate straniere, salumi fatti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura di stagione provenienti da coltivazioni locali o, ove non sia possibile, nazionali – chiede il presidente Claudio Filipuzzi – Se metteremo nel carrello più prodotti del Friuli Venezia Giulia, daremo un aiuto concreto alle aziende agricole e agroalimentari della nostra regione. Per questo #iocomproFVG”.
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Graziella
23 Marzo 2020 at 06:38
Se i prezzi fossero più bassi.si fa volentieri.ma senza stipendio come nel mio caso..devo cercare l’offerta più conveniente.
Luca
23 Marzo 2020 at 08:24
Questa iniziativa doveva essere presa prima del coronavirus, è anni oramai che vedo intorno a me solo cose provenienti dalla cina a causa dei nostri politici ma anche imprenditori che vanno dove c’è miglior convenienza in barba alle più elementari condizioni di vita e salute x i lavoratori. Svegliamo i e cominciamo a riprodurre tutto qui.
Eric
23 Marzo 2020 at 14:43
Se è vero che gran parte delle scelte del mercato vengono imposte dall’alto, dall’altra, fono a che i consumatori continuano a comprare made in china; prodotti con imballaggi inutili; frutta e verdura non locale e non di stagione; li continueranno a vendere. Si può scegliere ad esempio di rinunciare a qualcosa e magari spendere di più per prodotti made in Italy o sostenibili.
Maria
23 Marzo 2020 at 09:51
E come posso acquistare i prodotti, dove li trovo nella città in cui risiedo (Trieste)… C è un sito dove visionarli e ordinarli (e-commerce)?
Rossana
24 Marzo 2020 at 00:42
D’accordo con il commento precedente. Inutile questo invito se devo andare nel negozio più vicino a casa, dove devo acquistare quello che trovo. Ha senso questo pist solo se accompagnato da un’indicazione sul modo per reperire i prodotti locali.
Michele Marcolin
24 Marzo 2020 at 17:57
Fedriga, risparmiati questi appelli dell’assurdo. Bastano gia’ le ca**te di Conte.
Arance a 6 euro al chilo… tanto per dirne una. Come dice Sgarbi, la gente non morira’ di virus, ma di fame.