Cronaca & Attualità
Coronavirus, Riccardi: “Il picco è previsto per la prima metà di aprile”
Il tema di maggiore criticità che oggi preoccupa è quello delle forniture, a partire dai presidi di protezione individuale ma anche ventilatori e caschi per la terapia intensiva
UDINE – “Entro la metà del mese di aprile il Friuli Venezia Giulia dovrebbe raggiungere il picco di maggior tensione legato all’emergenza Coronavirus”. È quanto riferito al Consiglio regionale dal vicegovernatore con delega alla Salute Riccardo Riccardi, il quale ha spiegato che “la previsione di un’evoluzione della diffusione epidemiologica è basata sul modello scientifico che tiene conto dei tre indicatori principali sotto esame e costantemente monitorati: contagi, terapie intensive e decessi”.
“A fronte di questa aspettativa è importante ribadire – ha proseguito Riccardi – che le rigorose misure di contenimento che il Friuli Venezia Giulia ha adottato tempestivamente, presentano un quadro regionale tra i migliori del Nord Italia con percentuali di contagio e di mortalità inferiori rispetto alle altre regioni”.
Il vicegovernatore ha quindi ricordato che “il numero di contagi a oggi ha raggiunto le 1.500 unità grazie alle attività di contenimento avviate subito come la chiusura delle scuole e delle università. I 98 decessi presentano una media di anzianità di 83 anni e si tratta di casi sostanzialmente determinati dalla presenza di pluripatologie, aggravate dal virus. Sessantuno sono i pazienti in terapia intensiva, 236 i ricoveri ospedalieri, 84 i soggetti guariti definitivamente. Rilevante il dato dei tamponi effettuati, ben 13.400 che risulta decisamente superiore alla media nazionale se rapportato alla popolazione residente”.
“Il tema di maggiore criticità che oggi ci preoccupa è quello delle forniture, a partire dai presidi di protezione individuale, come mascherine e camici, ma anche ventilatori e caschi per la terapia intensiva – ha detto Riccardi – poiché cresce il fabbisogno e diminuisce la reale disponibilità in dotazione a causa del difficile reperimento sul mercato oggi affidato alla gestione commissariale centrale. Iniziano a scarseggiare anche i già insufficienti dispositivi di protezione quali mascherine e camici e le attrezzature come caschi e ventilatori”.
A fronte della richiesta di circa due milioni di mascherine chirurgiche, il Friuli Venezia Giulia ne ha ricevute 170mila,
mentre dei 250 ventilatori richiesti su un fabbisogno immediato di cinquanta, per il momento ne sono arrivati solo quattro e “altra nota dolente – ha aggiunto Riccardi – sono i reagenti che consentono di effettuare i tamponi, in mancanza dei quali i nostri laboratori dovranno inevitabilmente rallentare il numero di test effettuati sulla popolazione”.
I dati sul personale sanitario hanno completato il quadro fornito dal vicegovernatore: di fronte al fabbisogno di 350 nuove unità, si è provveduto all’assunzione di 111 persone, tra i quali 20 medici e 80 infermieri professionali.
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Michele Marcolin
30 Marzo 2020 at 14:07
Figuriamoci! Ma che previsioni fanno, che nemmeno stanno tracciando la diffusione e l’origine. Il ceppo italiano del virus a distanza di due mesi non e’ stato neppure mappato geneticamente ancora a sentire la Capua (manca qualsiasi dato nelle banche dati internazionali). C’è una gestione dell’emergenza e della prigionia degli italiani brancaleonesca, secondo me.