Cronaca & Attualità
L’ordine dei medici: “I test sierologici non sono validati scientificamente”
In Friuli si moltiplicano le proposte di strutture sanitarie per il prelievo di sangue
UDINE – Attenzione agli esami presentati come scientifici e affidabili per la ricerca nel sangue degli anticorpi contro il Covid-19. In realtà si tratta di “test non validati scientificamente che nulla possono dire per quanto riguarda la diagnosi della malattia”, dichiara il presidente dell’Ordine dei Medici di Udine Maurizio Rocco.
L’Ordine si è riunito proprio per affrontare le proposte in crescita anche in Friuli da parte di strutture sanitarie che, attraverso pubblicità sui media tradizionali e sui social, propongono test con l’obiettivo di trovare l’infezione, attraverso il prelievo sanguigno. “I cittadini – mette in guardia l’Ordine – devono essere informati con chiarezza: questi test sierologici non sono validati dalla comunità scientifica, non solo perché non c’è un metodo standardizzato, ma anche perché questo virus è nuovo e quindi la risposta anticorpale non è nota (come al momento non abbiamo un farmaco efficace né una cura). L’Ordine dei Medici ha il compito di avvisare la popolazione e di ricordare ai medici che l’esercizio professionale si fonda sui principi stabiliti dal Codice di Deontologia Medica: “Questi metodi attraverso il prelievo di sangue, essendo in fase di validazione, non risultano attendibili”.
Pensare di fornire patenti di immunità alle persone sulla base dell’esito dei prelievi di sangue finalizzati a trovare gli anticorpi non è ancora sostenuti da dati univoci. Si possono verificare, infatti, falsi negativi o falsi positivi. Ciò potrebbe indurre un errato senso di sicurezza inducendo i cittadini a non rispettare le regole di isolamento. Questi test non hanno alcun valore a scopo diagnostico, hanno per ora, un qualche valore solo in campo epidemiologico. La categoria professionale riprende la posizione ufficiale del Ministero della Salute che nella circolare del 3 aprile scrive proprio che i test sierologici “necessitano di ulteriori evidenze sulle loro performance e utilità operativa” e non possono allo stato attuale sostituire il test molecolare, ovvero quello con tampone nasofaringeo, basato sull’identificazione di Rna virale.
Per ora in Italia il laboratorio dell’Irccs San Matteo di Pavia ha ottenuto alcuni risultati analizzando la risposta anticorpale indotta da componenti specifiche del capside virale con esiti che fanno ben sperare, ma che ancora devono essere perfezionati.
L’unico metodo in grado di rilevare la presenza del virus è quello fondato sui tamponi naso-faringei. Il tampone, da ripetere fra l’altro, per scongiurare il rischio di falsi negativi, resta quindi attualmente l’unico strumento attendibile per individuare i soggetti asintomatici, ovvero quei soggetti che presentano sintomi sfumati oppure assenti e pur tuttavia sono positivi alla ricerca molecolare di Sars-CoV-2. Si sa che un veicolo importante della trasmissione della malattia sono gli asintomatici la cui identificazione deve essere effettuata all’interno di un percorso concordato e controllato dalle Istituzioni regionali e nazionali”.
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Lorenzo
9 Aprile 2020 at 15:39
Perché i dati della protezione civile vi sembrano reali?!