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L’appello: “Rientrino in Fvg sono quegli stranieri con un contratto di lavoro”

Incontro in municipio tra il sindaco Fontanini e il parlamentare Tondo

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UDINE – Il sindaco di Udine Pietro Fontanini ha ricevuto a palazzo D’Aronco l’onorevole Renzo Tondo. Durante il colloquio è stato affrontato il tema relativo alla razionalizzazione del rientro dei cittadini stranieri che lavorano nella nostra regione, oggi tornati nei loro Paesi di residenza a causa dell’epidemia del coronavirus.

“È di fondamentale importanza, in questa fase di emergenza e in quello che sarà il lento processo di ritorno alla normalità, che il Governo si faccia carico di una radicale azione di razionalizzazione dei rientri dei cittadini stranieri che oggi sono tornati nel loro Paese, limitando la possibilità a coloro che sono in possesso di un contratto di lavoro”. È quando ha dichiarato a margine dell’incontro il sindaco Fontanini.

“Considerando l’immenso lavoro che ci sarà da fare – ha aggiunto – e la situazione di difficoltà che molte famiglie friulane purtroppo vivranno, non possiamo più permetterci di ospitare gente inattiva, o magari dedita ad attività criminali, alla quale assegnare contributi destinati alle categorie maggiormente colpite dalla crisi. Questo vale soprattutto per una realtà come quella del Friuli Venezia Giulia, che rappresenta la porta d’accesso al nostro Paese per chi arriva da est. La presenza a Roma dell’onorevole Tondo, che voglio ringraziare per il suo impegno come parlamentare, rappresenta in questa partita un elemento di forza per il nostro territorio. Domani, quando dovremmo rialzarci, tutte le energie e risorse dovranno essere rivolte alla nostra gente”.

“Noi friulani – ha aggiunto Tondo – da sempre siamo stati in grado di trasformare i momenti difficili in opportunità, e questo deve avvenire anche oggi di fronte a questa epidemia. Ed è per questo che io e il sindaco Fontanini, che come me è stato presidente di Regione, abbiamo deciso di far sentire la nostra voce al ministro degli Esteri Di Maio per quanto riguarda la definizione dei filtri da porre ai rientri e al ministro dell’Interno Lamorgese per l’azione di controllo dell’identità di chi rientra e il presidio del territorio. Ripensare Schengen nella direzione di un rallentamento della fluidità degli spostamenti è oggi una necessità che altri Paesi hanno già messo in atto e che il Governo non può ignorare”.

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1 Commento

1 Commento

  1. Michele Marcolin

    21 Aprile 2020 at 10:17

    Direi che la proposta e’ una idiozia bella e buona. Ed estremamente razzista. Ci sono dei diritti di legge e costituzionali, che nessun ‘friuano’ puo’ ignorare, appellandosi a miti del passato o della sua fantasi – a cui ci si ispira peraltro erroneamente e campanilisticamente, dal momento che la regione e’ fatta di tre parti e non solo di ‘furlani’.. c’e’ la Venezia e c’e’ la Giulia, che non la pensano necessariamente alla stessa maniera. Lavoratori stranieri con contratto e regolare permesso di soggiorno hanno gli stessi diritti degli altri e se il loro stipendio e situazione lavorativa li mette in condizione di sostenere la proprio famiglia, non si capisce perche’ dovrebbero tornare solo loro a fare i servi degli udinesi. Voi mandate via o all’estero i membri delle vostre famiglie e i vostri figli se non lavorano?
    Se uno non ha un permesso di soggiorno o non ha le condizioni per averlo, chiaramente non entra.

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