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Economia & Lavoro

Tilatti (Confartigianato): «Sconcerto per il fermo fino al primo giugno»

«Il presidente Fedriga si faccia interprete presso il Governo dell’allarme che lancia il territorio»

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UDINE – «Sconcerto per il cronoprogramma della Fase 2 anticipato dal premier Giuseppe Conte domenica 26 aprile. I servizi alla persona, un settore già molto attrezzato per le misure igieniche e di sicurezza, non può aspettare il 1° giugno per riaprire. Non concepibile neppure la data del 18 maggio per il riavvio di negozi e ristorazione. È un calendario che affossa le imprese».

Il presidente di Confartigianato Imprese Fvg, Graziano Tilatti, ha raccolto in queste ora «l’estrema preoccupazione delle nostre imprese interessate alle nuove scadenze per il fermo attività – spiega -, perché la progressività della Fase 2 illustrata dal presidente del Consiglio non sembra tener conto della capacità dei nostri imprenditori di mettere in atto tutte le misure di prevenzione anti Covid-19».

Inoltre, si impone un ulteriore fermo mentre le imprese sono ancora in attesa dei provvedimenti di sostegno nazionali: liquidità, rimborsi a fondo perduto, agevolazioni sugli affitti, cassa integrazione. Per Tilatti si è di fronte a misure «inconcepibili» anche  «rispetto a un territorio, quello del Friuli Venezia Giulia, in cui il contagio è sempre rimasto sotto controllo e i numeri della pandemia sono in calo, grazie all’efficiente gestione sanitaria della Regione e al virtuoso comportamento dei cittadini».

Un «lockdown» prolungato «mette a definitivo repentaglio il nostro tessuto produttivo, in un contesto in cui una simile prospettiva non si giustifica dal punto di vista sanitario», afferma ancora con forza Tilatti. Confartigianato Fvg esprime solidarietà anche al comparto del commercio, l’ambito più penalizzato insieme ai servizi alla persona, e chiede al presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, «di salvare le imprese che sono state messe davanti ad ancora un mese di fermo, facendo pressing sul Governo affinché riveda la sua agenda. Le indicazioni della scienza – conclude Tilatti – devono essere commisurate al contesto. Il Friuli Venezia Giulia, numeri Covid-19 alla mano, non si merita simili misure».

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