Economia & Lavoro
Dalla Regione Fvg 34 milioni di euro a turismo, commercio e artigianato
Per il Pd si tratta di “un intervento di ristoro per la ripartenza e non per il periodo di lockdown”
UDINE – I contributi a fondo perduto della Regione per il settore turistico-ricettivo destinano 4.000 euro a strutture ricettive alberghiere, campeggi, villaggi turistici, marina resort e parchi tematici; 1.400 euro ad agriturismi, rifugi alpini, escursionistici e bivacchi, agenzie di viaggio e tour operator; 700 a bed and breakfast; 500 a guide turistiche, alpine, speleo, naturalistiche e accompagnatori turistici.
Per il comparto commerciale e artigiano, invece, previsti 1.400 euro per ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie, attività sportive non dilettantistiche (palestre comprese), scuole guida, gestori carburante, trasporto di persone non di linea, agenzie immobiliari, estetica e benessere, commercio al dettaglio diverso dal commercio di generi alimentari; 1000 euro, invece, per il commercio ambulante; 700 per taxi e Ncc, manutenzione e riparazione di autoveicoli e laboratori artigianali; 500 , infine, per gli agenti di commercio.
Lo ha comunicato l’assessore regionale ad Attività produttive e Turismo, Sergio Emidio Bini, nel corso dei lavori della II Commissione consiliare presieduta da Alberto Budai (Lega), riunita in modalità telematica. A fine lavori, la Commissione ha espresso parere favorevole a maggioranza (sì Centrodestra, M5S e Cittadini, astenuti gli altri) sulla delibera della Giunta regionale che definisce criteri e modalità per la concessione di contributi a ristoro dei danni causati dall’emergenza Covid-19 a sostegno delle strutture ricettive turistiche, commerciali, artigianali nonché dei servizi alla persona.
“Venerdì scorso abbiamo approvato in via preliminare una dgr contenente criteri e modalità per i contributi. Un documento – ha specificato Bini – simile a quello precedentemente riservato alle imprese che aveva portato al bando relativo alle locazioni. È stato fatto tesoro della prima procedura per rendere la prossima ancora più rapida e semplice, grazie allo staff importante messo a disposizione dalla direzione centrale. Metteremo a disposizione degli interessati un tutorial, spingeremo per l’autocertificazione e provvederemo a una campagna informativa esauriente”.
L’assessore ha specificato che la composizione delle tabelle è stata realizzata “di concerto con le associazioni di categoria. Nelle due macro voci sono state considerate le imprese che hanno subìto direttamente il lockdown e la conseguente crisi. Le nostre stime prevedono di poter distribuire 28 milioni di euro più i 6,25 milioni non utilizzati per gli affitti. L’auspicio è che tutti i richiedenti riescano a trovare ristoro, tenendo conto che il bando non sarà soggetto al click day: infatti, semplificheremo le procedure e allargheremo le candidature a un arco temporale che dovrebbe andare dall’8 al 26 giugno per consentire a tutti di partecipare senza affanni ed evitando intasamenti informatici. Ora parlerò con i tecnici – ha assicurato – per far recepire le puntualizzazioni fatte dai consiglieri e, da parte mia, c’è un impegno in tal senso in vista dell’Aula”.
Particolarmente articolato il dibattito seguito all’intervento dell’assessore. Alle parole di apprezzamento da parte dei consiglieri regionali Maddalena Spagnolo, Danilo Slokar e Alfonso Singh (Lega), Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar), Simona Liguori (Cittadini) e Mauro Capozzella (M5S), hanno fatto eco alcune criticità e richieste di approfondimenti sottolineate da Tiziano Centis (Cittadini), Cristian Sergo (M5S) e Furio Honsell (Open Fvg).
Centis ha chiesto “come sono state decise le singole cifre”, ma anche di “quantificare il numero delle partite Iva da soddisfare, perché si rischia una coperta troppo corta”. Bini ha risposto al consigliere pentastellato evidenziando che “le aziende oggetto di contributo dovranno avere sede legale e operativa in Fvg: una scelta politica perché la Giunta del Fvg vuole aiutare le imprese regionali. Se un richiedente rappresenta più unità, sosterremo quella più elevata. L’obiettivo è quello di supportare in modo snello e rapido soprattutto le realtà che non riescono a mettere insieme pranzo e cena”.
Honsell ha “apprezzato l’attenzione nei confronti degli ambulanti, ma – ha aggiunto – mi pare che si tratti di un’erogazione a pioggia che non potrà soddisfare tutti. Inoltre, vista la data del 31 dicembre 2019 stabilita per evidenziare l’assenza di pregresse criticità imprenditoriali, cosa sarà di chi in qui giorni si trovava sul filo del rasoio?”.
Piuttosto severa, invece, la posizione degli esponenti del Partito democratico. La consigliera Chiara Da Giau ha ritenuto “le risorse insufficienti, perché è stato tagliato fuori qualcuno. Quindi, non si tratta di una manovra universale”. Il collega di partito Enzo Marsilio ha invece parlato di “ansia da prestazione per dare qualcosa a tutti ma, alla fine, arriveranno solo spiccioli che scontenteranno molti”. Inoltre, ha posto l’attenzione sulla necessità “di inserire alcune categorie escluse dalle tabelle, come quella degli affittacamere”, ma anche di “riservare maggiore attenzione alla montagna”.
Infine, ribadendo il concetto anche in sede di dichiarazione di voto, Sergio Bolzonello (Pd) ha auspicato numerose modifiche al documento, sottolineando il fatto che si tratta di “un intervento di ristoro per la ripartenza e non per il periodo di lockdown. Di fatto, se non c’è un’istruttoria, diventerà un click day e gliultimi resteranno esclusi”. Ha chiesto perciò attenzione “per le aziende agricole che fanno vendite itineranti, per le agenzie di viaggio e per il commercio all’ingrosso di piccole dimensioni. Inoltre, una realtà con un solo dipendente non può essere posta sullo stesso piano retributivo di una con dieci: serve una differenziazione. Ai professionisti – la sua previsione – arriverà un numero importante di domande da inoltrare e come faranno a scegliere l’ordine dei loro clienti sapendo che qualcuno potrebbe rimetterci?”.
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