Cronaca & Attualità
Il mondo della scuola scende in piazza a Udine
Gli organizzatori chiedono un ritorno in classe eliminando le disuguaglianze che la didattica a distanza ha accentuato
UDINE – “Se la scuola è una priorità, lo deve essere da parte di tutti. Una priorità non solo per la formazione dei nostri ragazzi, ma come investimento sul futuro, per la costruzione della comunità del domani. Se si vuole cominciare a settembre serve un’alleanza fra famiglie, mondo della scuola, istituzioni, ed anche magistratura, perché è importante che le responsabilità siano sostenibili”. A dirlo è il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, a margine del flash mob “A settembre vogliamo tornare tutti in classe!” organizzato in piazza Matteotti, a Udine dal gruppo di genitori, educatori e insegnanti che qualche settimana fa aveva fatto sentire la sua voce promuovendo l'”Appello per i bambini e ragazzi” indirizzato al Comune di Udine e sottoscritto in pochi giorni da oltre mille firme, con l’obiettivo di ottenere soluzioni efficaci in tempi brevi per la ripresa dei servizi dedicati ai minori.
Con la manifestazione di sabato, alla quale erano presenti anche i consiglieri regionali Furio Honsell e Massimo Moretuzzo, gli organizzatori si sono rivolti, oltre che al Comune del capoluogo friulano, anche alla Giunta Fvg e al Consiglio regionale chiedendo che il prossimo anno scolastico parta in presenza e in sicurezza, e torni ad accogliere tutti gli studenti e le studentesse, eliminando le disuguaglianze che la didattica a distanza ha accentuato.
“Negli ultimi mesi da parte del Governo la scuola non è stata una priorità, ma lo deve diventare. Non sappiamo ancora come riprenderà a settembre. Come Regione – ha aggiunto Zanin confermando l’attenzione corale del Consiglio – ci impegniamo ad affrontare il problema degli spazi, perché le classi saranno meno numerose, ma il Governo dovrà occuparsi dell’aumento degli organici perché altrimenti il rischio è quello di ripartire con la didattica a distanza che non è solo un problema di formazione ma anche di relazione per i nostri ragazzi. Sarebbe un fallimento”.
Sull’importanza degli aspetti relazionali il presidente del Consiglio si è soffermato nuovamente dopo che alcune settimane fa aveva auspicato che potessero chiudere in presenza almeno i cicli della quinta elementare e della terza media: “Non è stato possibile – ha detto Zanin -, ma questa è una ferita nel percorso formativo che i nostri figli hanno fatto insieme”.
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