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Cronaca & Attualità

Schneider (Federalberghi): “Le prenotazioni arrivano a rilento”

Per la presidente degli albergatori sarà essenziale il ritorno degli eventi sul territorio

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UDINE – «Al mare si è al 20-30% delle prenotazioni rispetto a quelle abituali del periodo, in montagna le richieste di informazione sono molte, ma le prenotazioni le sta assicurando lo zoccolo duro e in città i pernottamenti per il business si vedranno forse a settembre». È lo sguardo sul settore della presidente di Federalberghi, Palo Schneider, alla vigilia della stagione estiva 2020, fortemente influenzata dalle conseguenze della pandemia da Covid-19. «In alcuni casi, sia in montagna che al mare, gli operatori stanno ancora valutando se aprire i battenti o non farlo proprio – aggiunge -. Altri apriranno di sicuro ma – sottolinea – la preoccupazione è di affrontare una stagione che potrebbe lasciare pesanti ripercussioni sui bilanci».

Una situazione, dunque, ancora di incertezza che implicherebbe, prosegue la presidente, un’attenzione in più da parte delle istituzioni, rispetto alle misure di sostegno che sono già state varate o che si stanno per rendere operative. “In montagna – esemplifica Schneider –, il sistema turistico è molto fragile, con alberghi che per dimensioni e posti letto non riescono a fare massa critica. È sufficiente che chiudano un paio di strutture perché tutto un sistema di servizi vada in crisi. Un’attenzione maggiore sarebbe necessaria». Sul litorale il problema è diverso, perché i numeri sono altri. Tuttavia, spiega la presidente, «se diverse realtà non apriranno, si porrà il problema di molte persone che non avranno lavoro. È vero che fino a fine agosto non si può licenziare, ma non ci sono solo i dipendenti. Diverse figure di collaboratori si trovano in una posizione per cui ad oggi non hanno avuto alcun sostegno. A ciò s’aggiunge un futuro molto precario».

Per ora resta l’auspicio che le notizie incoraggianti sul fronte sanitario facciano tornare la voglia di muoversi e di vacanza. Un timido segnale in questo senso è venuto negli scorsi week end soleggiati dai pendolari che si sono riversati in montagna. Gli albergatori, però, sono in attesa di verificare se davvero i monti del Friuli Venezia Giulia saranno visti come luoghi dove mantenere la distanza sociale non comporta fatica. Ciò che invece è sentita già come esigenza, afferma Schneider, «è la ripresa di manifestazioni ed eventi sul territorio, anche quelli a carattere enogastronomico, particolarmente apprezzati dagli ospiti. Se, infatti, con il prosieguo della stagione i turisti arriveranno – considera –, questi vorranno avere delle proposte che diano un valore aggiunto al soggiorno. Noto, invece, un ritiro generalizzato. Bisognerebbe supportare, anche motivando, i tanti soggetti organizzatori del territorio. Non possiamo fermarci, dobbiamo andare avanti».

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1 Commento

1 Commento

  1. micmarc

    17 Giugno 2020 at 04:18

    Se non ci sono treni e aerei, che vi aspettate…?

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