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Tilatti sui ristori a fondo perduto: “Escludendo alcuni settori restano fuori quasi 1000 imprese”

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FVG – «Senz’altro positivo ciò che la Regione ha deciso, recependo anche un’indicazione artigiana, ma purtroppo non sono state ricomprese alcune attività importanti che scontano le conseguenze delle chiusure e limitazioni imposte dall’ultimo Dpcm o direttamente o perché parte di filiere il cui terminale è chiuso. Auspichiamo che la Regione trovi i modi per sostenerle, perché coinvolgono persone che stanno restando senza lavoro».

Così il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti, ha commentato l’elenco delle attività cui la Giunta guidata dal presidente Massimiliano Fedriga ha deciso di far arrivare i 18 milioni a fondo perduto stanziati nell’assestamento d’autunno per far fronte alla recrudescenza della pandemia e alle conseguenze sulle attività produttive.

La destinazione dei fondi è stata decisa oggi con delibera della Giunta regionale, dopo che la scorsa settimana l’assessore alle Attività produttive, Sergio Bini, aveva incontrato tutte le rappresentanze datoriali per avere evidenza di tutte le categorie interessante dalle nuove restrizioni. “La Regione ha inserito i produttori di gelato come avevamo richiesto – spiega Tilatti -, ma ha escluso le attività che si occupano della lavorazione della carne, gli odontotecnici, le aziende che si occupano di realizzare campagne pubblicitarie, il codice che riunisce l’”altra stampa” e tutto il settore della moda e del made in Italy, settore che abbiamo invece posto all’attenzione della Giunta». Si tratta di comparti che complessivamente contano quasi 1000 imprese in Friuli Venezia Giulia. Sono espressione di settori che, aggiunge il presidente di Confartigianato Fvg Tilatti, «non sono stati ricompresi nel decreto Ristoro bis del Governo né dalla Regione e quindi ora dovranno accollarsi interamente le conseguenze di questo nuovo lockdown. Dietro all’aridità dei Codici Ateco ci sono persone che stanno subendo una nuova mazzata, perché direttamente coinvolte o all’interno di una filiera il cui canale di sbocco è chiuso. L’appello è a che Regione e Stato trovino la via per intervenire a sostegno anche di queste realtà», conclude Tilatti.

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