Cronaca & Attualità
Inaugurato, in streaming, il 43° anno accademico dell’Università di Udine
UDINE – “Voglio augurare oggi, in un contesto insolito, in questo incontro virtuale e a distanza, il miglior futuro per l’Università di Udine: da qui ripartiamo con la consapevolezza che ci proiettiamo verso un orizzonte diverso da quello che ipotizzavamo fino a qualche mese fa. Possiamo scegliere tra farci sopraffare dalla paura o rimboccarci le maniche, come il Friuli ha saputo fare dopo il terremoto, affinché coraggio, curiosità, innovazione e specializzazione ci aprano frontiere di speranza e di prospettiva reale”. Lo ha sottolineato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, all’inaugurazione del 43° anno accademico dell’Università di Udine, svoltasi in diretta streaming dal salone d’onore di Palazzo Antonini Maseri a Udine con, in collegamento da remoto, il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, e il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. Fedriga, aprendo e concludendo il suo intervento, ha indicato nell’Università di Udine “l’emblema di autonomia virtuosa per il Friuli Venezia Giulia”.
“In questi giorni – ha affermato il governatore – abbiamo assistito a una feroce presa di posizione contro il concetto di autonomia: credo che l’Ateneo del Friuli possa dimostrare plasticamente che solo una grande alleanza tra territorio e un’istituzione nazionale possa dare risposta ai cittadini. Mi auguro – ha aggiunto – che scivolamenti verso nuovi concetti di centralismo si allontanino e si valorizzi la leale collaborazione tra Stato e istituzioni del territorio”. Fedriga ha ribadito che “l’Università sa di avere le spalle coperte dalla Regione e sa di essersi meritata posizioni ragguardevoli e prestigiose in campo nazionale ed europeo per la qualità dell’offerta accademica. Tuttavia – ha osservato il governatore – qui non c’è solo la didattica in ballo”.
Il governatore ha ricordato che “siamo tenuti a trasferire ai ragazzi, in un percorso di sostegno anche psicologico ed emotivo, i valori della resilienza e dello spirito di adattamento. Non dimentichiamoci – è stato il monito di Fedriga – che gli studenti attraversano una fase fondamentale della loro vita sotto il profilo sociale, il virus sta mettendo a dura prova anche il loro sistema nervoso. Accanto alla crescita didattica e formativa, teniamo sempre a mente la loro dimensione di “giovani adulti”.
Dal punto di vista dei rapporti tra Regione e Ateneo, Fedriga ha ripercorso i più recenti progetti e atti: la Regione ha approvato il piano programmatico 2019-21 della legge regionale 2 del 2011, vero e proprio “piano programmatico per il sistema universitario regionale”, che spazia dalla didattica all’edilizia, dalle infrastrutture al potenziamento del personale dedicato alla ricerca, condiviso tra Amministrazione regionale e sistema universitario del Friuli Venezia Giulia. Il programma gode di un budget complessivo che accarezza la soglia dei 26 milioni di euro, con 16 milioni investiti nella parte corrente (docenti, assegnisti di ricerca, fiere di orientamento, eventi, etc.) e 10 milioni per la riqualificazione e l’ammodernamento delle strutture edilizia e delle infrastrutture di ricerca, cui si aggiungono ulteriori fondi che attingono al Fondo Sociale Europeo.
Fedriga ha indicato quale sia l’obiettivo di lungo corso della Regione in tema di istruzione, università, formazione e ricerca. “Stiamo cercando di creare un sistema specializzato e specializzante – ha detto – che metta assieme i percorsi di alta formazione non universitari con i corsi universitari, con un particolare approfondimento ai corsi di laurea stem con i percorsi Its. In questo senso, il ruolo dell’Università può divenire cruciale per fare da sintesi con tutti i soggetti del territorio, dalle istituzioni amministrative a quelle scientifiche, per ampliare il ventaglio di scelta offerto ai ragazzi”.
La Regione, ha poi ricordato Fedriga, ha avviato un piano ambizioso e lungimirante di rivisitazione del sistema dei parchi scientifici e tecnologici. “La filosofia di fondo consiste – ha spiegato – nel principio secondo cui ogni componente risulti complementare rispetto agli altri e sappia divenire elemento di sintesi e di valorizzazione delle peculiarità dei singoli territori”.
Fedriga ha poi rilanciato in occasione della cerimonia i contenuti della nuova legge sul diritto allo studio, che abbraccia l’istruzione nella sua totalità, includendo il percorso universitario: la legge introduce modifiche a due testi normativi regionali che disciplinano gli interventi in materia di diritto allo studio e di potenziamento dell’offerta formativa delle scuole.
“L’obiettivo è triplice – ha indicato Fedriga -: il primo è creare una vera e propria filiera di servizi nell’arco della vita formativa della persona assegnando ad un soggetto regionale, l’attuale Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori (Ardiss), l’attuazione degli interventi in materia di diritto allo studio non solo universitario ma anche scolastico. L’idea di concentrare in capo all’Agenzia l’esercizio di tutte le funzioni regionali in materia di diritto allo studio non risponde solo alla logica di razionalizzazione dei servizi, ma è la manifestazione dell’attenzione che la Giunta regionale ripone verso la persona e la comunità degli studenti, che avranno quindi un punto di riferimento unico per trovare risposte per l’esercizio di un loro diritto fondamentale, ovvero lo studio. Siamo la prima Regione in Italia a creare un’Agenzia unica per il diritto allo studio”.
Nel suo intervento, per parte sua, il rettore Roberto Pinton ha indicato come “indispensabile, al di là del sostegno economico e della determinazione della comunità accademica, il consolidamento del senso di fiducia in una istituzione che ha il compito primario di generare e divulgare conoscenza: una istituzione il cui ruolo, autonomo e disinteressato, sia riconosciuto come riferimento per la società, un interlocutore della politica e una bussola per il cammino di crescita dei nostri giovani”.
Pinton ha indicato come necessaria per il nuovo Piano strategico, di durata quinquennale, “la capacità di interazione dell’Ateneo con le città in cui ha sede e l’intera area regionale. Per questo, il coinvolgimento, in fase consultiva, dei principali attori amministrativi e socio-economici del territorio – ha auspicato il rettore – sarà una caratteristica distintiva del progetto”.
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