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Economia & Lavoro

Lavoro pubblico in Fvg: 2 mila dipendenti in più in cinque anni

In regione un residente su 13 è dipendente pubblico, a Trieste le retribuzioni più elevate

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FVG – Nel 2019 in Friuli Venezia Giulia si contavano quasi 89.000 dipendenti pubblici, 717 in meno rispetto all’anno precedente (-0,8%) ma 2.375 in più rispetto a cinque anni prima (+2,7%); oltre la metà sono impiegati nella Scuola e nel Servizio Sanitario. Lo rende noto il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati Inps sul lavoro pubblico. Negli ultimi anni risultano in deciso calo i dipendenti delle Amministrazioni Centrali (-9,8% tra 2014 e 2019) e Locali (-7,2%), mentre è stabile il personale afferente alle Università e agli enti di ricerca. I dipendenti della Sanità sono aumentati di oltre 850 unità tra 2014 e 2018, mentre il 2019 ha fatto segnare una flessione (-363); la variazione nell’intero periodo considerato è complessivamente positiva e pari a +2,4%. Crescono anche gli occupati nell’ambito della Scuola (+10,3%) e del comparto che include Forze Armate, Corpi di polizia e Vigili del Fuoco (+7,8%). Bisogna comunque tenere presente che questi dati possono riflettere variazioni non solo strettamente occupazionali (ampliamento o diminuzione degli organici), ma possono anche essere determinate dalla ricollocazione dei lavoratori di alcune istituzioni a un diverso gruppo contrattuale o a una diversa sede territoriale di lavoro. Sempre nel confronto 2014-2019 si può osservare una flessione solo nella provincia di Trieste (-4,2%, dovuta principalmente agli andamenti negativi dei gruppi contrattuali delle Forze Armate e delle Amministrazioni Locali), mentre nel resto della regione si registrano degli incrementi.

Fvg al quarto posto per numero di dipendenti pubblici. La nostra regione è quarta in Italia per numero di dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione. In questa graduatoria si trova al primo posto la Valle d’Aosta con quasi 10 dipendenti pubblici ogni 100 residenti, seguita da Trentino Alto Adige (9,8), Lazio (8,1), Friuli Venezia Giulia (7,3) e Sardegna (7,1). In generale si rileva che tale rapporto è più elevato nelle regioni a statuto speciale, con la comprensibile eccezione del Lazio; solo la Sicilia (6,0) è in linea con la media nazionale (6,0). Inoltre, tre province del Fvg si collocano nei primi quindici posti: Trieste è terza dopo Bolzano e Aosta con 9,5 dipendenti pubblici ogni 100 residenti, Udine dodicesima (con 7,1) e Gorizia quindicesima (7,0). Pordenone presenta un quoziente meno elevato (6,3), comunque leggermente superiore alla media italiana.

A Trieste le retribuzioni più elevate. La retribuzione media dei dipendenti pubblici, in termine di imponibile previdenziale annuo, nel 2019 in regione è stata pari a 32.855 euro. In base al gruppo contrattuale di appartenenza si nota una notevole variabilità, in quanto si passa dall’Università e dagli enti di ricerca in cui la retribuzione media è pari a 45.200 euro all’anno, alla Scuola dove tale valore è inferiore di oltre 20.000 euro (23.632), anche perché incide negativamente la componente precaria. Se si considerano esclusivamente i lavoratori a tempo indeterminato e pieno i divari si attutiscono un po’, ma tra questi due gruppi rimangono comunque marcati (49.739 euro contro 29.298). Sempre considerando i soli tempi indeterminati full time si può anche osservare che le donne guadagnano in media circa il 19% in meno rispetto agli uomini: nella Sanità si rileva il divario più ampio, pari a quasi il 23% in meno. La provincia di Trieste presenta le retribuzioni medie più elevate, pari a 34.276 euro nel 2019, 1.421 euro in più rispetto alla media regionale. A livello nazionale la provincia giuliana è sesta dopo La Spezia (37.083 euro di media), Roma (36.369), Taranto (34.810), L’Aquila (34.747) e Bolzano (34.314).

Più tempo determinato e meno part time. È interessante anche rilevare una crescita dei rapporti di lavoro a termine, spiega Russo, che evidentemente negli ultimi anni non ha riguardato solo il settore privato. I lavoratori a tempo determinato nel settore pubblico regionale sono infatti cresciuti di circa 2.500 unità nel periodo considerato (+33,1%, contro un +17,7% registrato a livello nazionale), mentre quelli a tempo indeterminato sono rimasti sostanzialmente stabili (-0,2%). Il comparto della Scuola è quello che presenta l’incidenza maggiore dell’occupazione a tempo determinato, che riguarda oltre un quarto dei dipendenti (27,4%). Come è noto, inoltre, nel settore pubblico si rileva una prevalenza dell’occupazione femminile (58,4% del totale), soprattutto nella Scuola (79,4%) e nella Sanità (74,7%). Il raggruppamento che comprende le Forze Armate, i Corpi di Polizia e i Vigili del Fuoco è invece quello che vede la minore presenza femminile (appena l’8,6%) e l’organico più giovane (solo il 9,9% dei lavoratori ha più di 55 anni, contro una media generale del 31,9%). Nel periodo considerato è infine aumentata l’occupazione a tempo pieno (+5.351 unità, pari a +7%) ed è diminuita quella part-time (-2.976 unità, pari a -28,3%).

La fonte dei dati. A seguito della soppressione dell’Inpdap (Istituto nazionale di previdenza e assistenza per i dipendenti dell’Amministrazione Pubblica) e al trasferimento delle relative funzioni all’Inps nel 2012, quest’ultimo rende disponibili una serie di dati statisticamente utilizzabili a partire dall’anno 2014. I dati illustrati si riferiscono ai lavoratori dipendenti del settore pubblico assicurati presso l’Inps che hanno avuto almeno una giornata retribuita nel corso dell’anno. Il lavoratore che nel corso dell’anno ha avuto più di un rapporto di lavoro viene contato una sola volta e classificato per gruppo contrattuale, tipologia contrattuale e luogo di lavoro sulla base del suo ultimo rapporto di lavoro, mentre retribuzione e giornate retribuite si riferiscono alla somma di tutti i suoi rapporti di lavoro nell’anno.

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