Cronaca & Attualità
La Fondazione Friuli lancia il “bando montagna”
Morandini: “Lo spopolamento è solo la punta dell’iceberg. In questi territori bisogna ristabilire un equilibrio economico, sociale e ambientale”
UDINE – “Un piccolo grande bando per progetti sperimentali che possano contribuire all’attrattività e al rilancio della montagna friulana”. È stato definito così dal presidente Giuseppe Morandini il nuovo bando ideato dalla Fondazione Friuli, che da quest’anno si va ad aggiungere ai collaudati tre destinati, rispettivamente, a Welfare, Istruzione e Cultura. Il Bando Montagna 2021, che conta su un fondo da 200mila euro, intende sostenere iniziative di sistema, sperimentali e fortemente innovative promosse nelle aree montane, ovvero in 46 comuni delle province di Udine e di Pordenone. Anche in questo caso, l’iniziativa si avvale della collaborazione della Regione e del sostegno di Intesa Sanpaolo.
L’idea nasce da una riflessione maturata all’interno dell’organo di indirizzo che riguarda una parte rilevante del territorio di competenza della Fondazione, penalizzato da uno spopolamento che è soltanto il segno più evidente di un fenomeno molto più complesso. Infatti, l’abbandono della montagna ha rotto un equilibrio economico, sociale, culturale e ambientale costruito nei secoli. “Una stalla che chiude – ha sottolineato Morandini – significa non solo meno posti di lavoro, ma anche impoverimento delle relazioni sociali, abbandono dei prati con le relative conseguenze sull’assetto idrogeologico e ridotta attrattività turistica”. Da qui l’impegno aggiuntivo della Fondazione Friuli a sostegno di progetti ad hoc per la montagna friulana, che possono essere presentati entro il 31 marzo sia da soggetti del Terzo settore sia da enti pubblici. Saranno sostenuti progetti di evoluzione digitale dei negozi di prossimità e di innovazione e ampliamento dei servizi offerti; saranno finanziati anche servizi alla persona in zone particolarmente disagiate e attività zootecniche con promozione delle relative produzioni. A testimoniare un aspetto particolare della vita in montagna è stato chiamato il presidente regionale del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico Sergio Buricelli. “Nella nostra attività quotidiana ci scontriamo frequentemente con l’insufficiente copertura tecnologica nelle aree di montagna – ha spiegato – e comprendiamo bene come questo handicap penalizzi tutti coloro che vogliono vivere, lavorare e intraprendere in queste vallate. Ma è su un altro fronte, altrettanto strategico, che assieme alla Fondazione Friuli ci impegneremo nei prossimi mesi: quello dell’educazione al vivere e frequentare in sicurezza la montagna, perché crediamo che per il suo rilancio la cultura e la conoscenza siano fondamentali al pari delle infrastrutture”.
Alla presentazione, che si è tenuta in modalità digitale da una antica segheria di Ovaro recuperata e diventata un innovativo esempio di attività turistica, hanno partecipato l’assessore regionale alla Montagna Stefano Zannier e Renzo Simonato, direttore regionale Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo. Zannier ha voluto sottolineare come una questione che ha radici profonde e che è molto complessa, come quella dello spopolamento della montagna, richieda il coinvolgimento sinergico di tutti gli attori presenti sul campo, sia pubblici sia privati. “Le iniziative coordinate per il sostegno ai territori montani sono la chiave per ottenere i risultati sperati” ha dichiarato l’assessore regionale. “Come banca del territorio, ci sentiamo responsabili anche del patrimonio naturale delle nostre montagne, in particolare in Friuli Venezia Giulia, vista la nostra presenza storica e diffusa – ha detto Simonato -. Perciò siamo orgogliosi di sostenere la Fondazione Friuli in questa importante occasione per fare sistema e mettere in campo azioni concrete per valorizzare le potenzialità delle nostre montagne e rilanciarne il tessuto economico. Intesa Sanpaolo mette a disposizione dei territori montani l’esperienza e la solidità di una grande banca e l’attenzione per le esigenze di queste realtà uniche, fatte di tradizioni ed equilibri che vanno mantenuti e difesi, guardando, però, al futuro; per questo siamo molto attenti a tutti gli aspetti legati allo sviluppo sostenibile e all’economia circolare, per essere motore di un sistema il più possibile sostenibile e rispettoso dell’identità dei territori”.
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