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Cronaca & Attualità

Riqualificazione energetica e ambientale, la nuova sfida

Selena Bernardi

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Si parla spesso di riqualificazione ambientale, soprattutto negli ultimi anni. Grazie all’impulso sempre più “green” è una di quelle attività che ha assunto sempre maggiore importanza nel nostro Paese.

L’attività di riqualificazione ambientale comprende varie attività finalizzate al recupero di un ecosistema degradato. L’obiettivo è quello di migliorare lo stato di salute degli ecosistemi attraverso diverse azioni d’intervento. Tra queste il controllo dell’erosione, il rimboschimento con specie native o la rimozione e controllo di specie aliene e infestanti. Ancora, la rivegetazione di aree naturali degradate, ricostruzione di habitat naturali nonché conservazione di specie a rischio di estinzione.

Tutto questo si innesta anche sul recente recovery plan che vede una vera e propria rivoluzione verde accompagnata da una transazione tecnologica. Una delle linee progettuali riguarda infatti proprio questi aspetti. Abbiamo fatto il punto della situazione con Sicurya, società con sede in Veneto che opera in materia di interventi di riqualificazione ambientale ed attività “green”.

Grazie a professionisti con adeguata qualifica professionale Sicurya riesce ad offrire servizi specialistici in questi ambiti. La loro attività spazia dalla riqualificazione ambientale a quella energetica. Passando per attività di bonifica e progettazione.

Riqualificazione ambientale, un discorso a 360°

La riqualificazione ambientale è uno di quei temi che ha molte sfaccettature. Come già accennato in precedenza vi sono delle attività che vi rientrano a pieno titolo. Molte altre però, non sono da meno.

Se infatti pensiamo alla prestazione energetica di un edificio. Immediatamente possiamo comprendere come una sua riqualificazione da questo punto di vista possa avere degli evidenti impatti benefici anche sull’ambiente. Non solo, aiuterà anche a ridurre le spese dovute al consumo di energia.

Ecco dunque che, così facendo, si dà il via a quel circolo virtuoso che è rappresentato dall’economia circolare. Il grosso del patrimonio edilizio nazionale infatti è rappresentato da edifici esistenti. Questo, per la maggior parte, è composto da stabili abbastanza datati ed energivori.

Grazie ad interventi, anche parziali, di riqualificazione energetica è possibile arrivare a percentuali di risparmio che vanno dal 10% fino a punte di oltre il 70%.

Anche a livello europeo l’incremento dell’efficienza energetica è un obiettivo di interesse primario. L’Europa stessa infatti ha evidenziato l’importanza di ridurre le emissioni di anidride carbonica attraverso politiche finalizzate. Nonché grazie all’uso più efficiente dell’energia.

La corretta gestione dell’energia

Nell’ambito della svolta “green” una grossa sfida è rappresentata dalla ottimizzazione e riqualificazione delle aziende. Il loro fabbisogno energetico infatti tende a crescere di anno in anno e tutto ciò ha un grande impatto anche sull’ambiente.

L’obiettivo è quindi quello di progettare le migliori soluzioni tecnicamente possibili per cercare di garantire il risparmio energetico. Questo perché tutto ciò ha un grande impatto anche sull’impronta climatica legata ad una azienda. Cioè, sostanzialmente, l’impatto che quest’ultima ha sul territorio dal punto di vista ambientale.

L’impronta climatica infatti tiene conto della stima di tutte le emissioni di gas serra necessarie al ciclo di vita di un prodotto. Si tratta di uno strumento che ha già registrato un interesse rilevante e destinato ancora ad aumentare. Aiuta dunque a misurare in qualche modo l’impatto ambientale dovuto all’attività dell’uomo.

Obiettivo città sostenibili

L’obiettivo che ci si prefigge per i prossimi anni è dunque quello di avere sempre più delle città sostenibili. Le quali siano oltreché “smart” anche efficienti presentando e compatibili dal punto di vista energetico.

Non è un caso se infatti nel corso del 2020 si è assistito ad un fenomeno unico. Infatti in conseguenza degli ormai tristemente noti lockdown che si sono susseguiti si è rivisto un miglioramento di tutte le varie matrici ambientali. Dall’aria, all’acqua e così via.

Segno tangibile questo dell’impatto che le attività antropiche hanno sull’ambiente. E’ dunque ormai giunto il momento di cambiare in modo definitivo rotta. La speranza è quindi quella di investire le risorse in arrivo dall’UE proprio in questa direzione. Con la speranza di lasciare un mondo in condizioni ambientali migliori rispetto a quelle in cui lo si è trovato.

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