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Cronaca & Attualità

Strage di Dacca: i famigliari delle due vittime friulane chiedono l’appoggio della Regione

Chiesto al Capo dello Stato la concessione di una medaglia d’oro al valor civile per Cristian Rossi e Marco Tondat

Alessandro Cesare

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UDINE – Non vendetta, non pena di morte per gli assassini dei loro parenti, ma capire perché sono stati ammazzati, e in modo così disumano, uomini e donne che in Bangladesh vivevano da anni, erano amati e rispettati perché portatori di sani valori, lavoro e amicizia verso un Paese in via di sviluppo. Ecco cosa chiedono, a distanza di 5 anni, il fratello di Marco Tondat e le sorelle di Cristian Rossi, di Cordovado il primo, di Tavagnacco il secondo, accomunati da una terribile sorte: sono stati torturati e uccisi il primo luglio 2016 a Dacca, nel ristorante dove spesso andavano a magiare come gli altri 7 italiani uccisi da un’organizzazione locale di jihadisti perché rei di non conoscere il Corano. Furono 22, in tutto, le vittime.
“Per me quella sera non hanno colpito solo i nostri cari ma l’Italia intera perché si tratta di connazionali andati all’estero per trovare lavoro e che a quella terra hanno anche dato tanto”, ha commentato Fabio Tondat al Consiglio regionale dove, a fare gli onori di casa a Trieste, c’era il presidente Piero Mauro Zanin a cui si è unito il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

“Nessuno aveva segnalato che potessero esserci situazioni di pericolo”, ricorda Cristina Rossi a nome anche delle sorelle Daniela e Gabriella. “Le indagini sono state lacunose, non tutti i testimoni sono stati ascoltati e ora si tratta di capire se i sette imputati a cui è stata comminata la pena di morte faranno appello alla sentenza. Quando, nel 2017, ci siamo recati in Bangladesh, sul luogo della strage ma anche di lavoro di nostro fratello, abbiamo ricevuto tante testimonianze di affetto e soprattutto di gratitudine allo sviluppo che i nostri connazionali hanno portato a quella popolazione”. Diverse le iniziative e gli incontri con autorità civili e religiose intrapresi dai familiari di Cristian e Marco per ricordarli, non ultima la richiesta di una medaglia al valore civile.
“È una giusta rivendicazione rivolta al presidente della Repubblica che il Consiglio regionale supporterà” ha promesso Zanin, sottolineando “l’importanza di non lasciare che il tempo cancelli l’attenzione su un episodio così violento quanto inutile. E mi chiedo come riusciate a spiegare alle figlie dei vostri fratelli (Cristian ha lasciato due bimbe che allora avevano 3 anni e Marco una che ne aveva 6) un gesto così incomprensibile”.

“La strage di Dacca – ha preso la parola Fedriga – è un attacco che, purtroppo, continuiamo a rivivere a livello internazionale. Si è trattato di un attentato verso dei civili che erano in quel Paese per lavorare e sono diventati vittime di un terrorismo e un fondamentalismo che non trova giustificazione e contro il quale si deve agire uniti. Mi auguro che tutto il fronte democratico occidentale sia compatto a tutela della memoria e di ciò che hanno lasciato queste persone, impedendo che possano accadere altri atti vili e vergognosi”. L’incontro nell’Emiciclo è terminato con un minuto di silenzio chiesto dal presidente Zanin in memoria di tutte le vittime di Dacca.

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