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Cronaca & Attualità

No al referendum sull’eutanasia, Englaro: “I cambiamenti culturali hanno i loro tempi”

Parla il padre della ragazza morta nel 2009: “Qui è un discorso diverso perché qui si parla di un nuovo diritto, il suicidio assistito e eutanasia, mentre Eluana aveva già un suo diritto”

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FVG – “I cambiamenti culturali hanno i loro tempi, per quanto riguarda la vicenda di Eluana sono stati impiegati 15 anni e 9 mesi, 5.750 giorni per arrivare al giudice di legittimità cioè la Cassazione, perché si esprimesse, il 16 ottobre 2007, quando l’incidente era cominciato il 18 gennaio 1992. Però attenzione: non bisogna confondere la vicenda di Eluana né con l’eutanasia né con il suicidio assistito, sono due cose distinte”. E’ il commento di Beppino Englaro alla bocciatura dell’ammissibilità del referendum.

“Noi sapevamo già 30 anni fa che Eluana aveva il diritto di dire ‘no grazie’ all’offerta terapeutica, e che la morte accada”, ha proseguito Englaro, ribadendo il concetto della differenza tra la tragica vicenda che ha riguardato sua figlia e il referendum discusso oggi. “Qui è un discorso diverso perché qui si parla di un nuovo diritto, il suicidio assistito e eutanasia, mentre Eluana aveva già un suo diritto”.
Specificatamente alla bocciatura da parte della Consulta, per Englaro “c’era da aspettarsi questo nel nostro contesto, purtroppo, questa è la situazione culturale nel nostro Paese. Ma questo problema va affrontato perché sono i cittadini che vogliono una risposta. Se il Parlamento non la dà, bisogna allora aspettare che maturino i tempi”.

eppino Englaro ha definito la sua famiglia “vittime sacrificali di una situazione culturale che non pensavamo potesse esistere”, ricordando che la figlia “aveva acceso un cero perché morisse il suo amico Alessandro”, affetto da una terribile patologia. “Non è la speranza l’ultima a morire – ha concluso – ma è il morire l’ultima speranza; Eluana avrebbe fatto la sua scelta senza alcuna paura perché non aveva paura della morte”.

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