Eventi & Cultura
«Maestro, suoni un tango!»
Disperato con stile per i cento (e uno) anni di Piazzolla, l’omaggio di Laura Morante, Massimo Repellini, Stefano Giavazzi e Marco Fabbri
CERVIGNANO DEL FRIULI – Vi è mai capitato di festeggiare il Natale quattro giorni dopo, Ferragosto in autunno, la Festa dei Lavoratori a settembre o ad esempio il compleanno in una data diversa? Ad Astor Piazzolla sì – cento – ad un anno di distanza. Insomma, diciamolo chiaramente: la percezione era che ad un certo punto il mondo si fosse fermato, invece, come si evince dalle cronache che puntuali bucano la nostra percezione – non si era fermato affatto, anzi. Anche il tango è un po’ così: sornione, flemmatico, stanco. All’apparenza. Perchè sotto cova fermento, irrazionalità, bramosia, violenza pronta ad esplodere da un momento all’altro. Sì, il tango è umano, troppo umano.
Lo sanno bene Massimo Repellini (violoncello), Stefano Giavazzi (pianoforte) e soprattutto Marco Fabbri (bandoneon) che in quel del Pasolini, un altro che festeggia gloriosamente il secolo, hanno omaggiato il Maestro della musica argentina per antonomasia.
E’ cosa risaputa che le biografie risultino sempre un po’ patetiche. E’ altrettanto risaputa cosa che le biografie dei grandi personaggi siano una somma di storytelling più o meno corrispondenti al tipo di speculazione che se ne voglia fare. Ancora risaputo è che le autobiografie, a volte, fanno eccezioni.
E così scorrono per un’ora abbondante fotografie musicali con Piazzolla stanco di vivere, Piazzolla ed il piede equino, Piazzolla ed il baseball, Piazzola e l’estate calda del ‘75, Piazzolla e il bandoneon chiuso in un armadio, Piazzolla ed il bandoneon ragione di vita, Piazzola tutt’uno con il bandoneon. Ed ancora Astor e Carlos (Gardel), Astor e Arthur (Rubinstein), Astor e Jeanne (Moreau). Il Novecento, finchè le emozioni non gli avrebbero spezzato le dita.
La professoressa Laura Morante, nel mentre, severa con la sua classe completamente sotto controllo, ci conduce in un inattaccabile e didascalico viaggio cronologico alla scoperta delle gesta de El Gran Astor su un tappeto sonoro più delicato che passionale e che prevede come itinerario Baires, NY, Paris, Roma e ritorno. Più cameristico che focoso, a tratti un po’ troppo liturgico, il risultato è disperato con stile, sì, proprio disperato con stile. Com’era il vecchio tango. E anche quello nuovo.
Parentesi. Piazzolla sta al tango quanto de Lucia sta al flamenco: hanno fatto storcere il naso ai conservatori (li chiameremo così) innovando una tradizione che non si sarebbe dovuta toccare ed esultare (prima tiepidamente, poi con cori da stadio) i progressisti. A distanza di qualche decennio entrambi sono diventati gli idoli dei sopracitati conservatori; qualcuno ha scritto – se non ci fossero stati loro il tango ed il flamenco adesso sarebbero concetti da ricerca archeologica musicale. Innovare nella tradizione: termine spesso abusato, decontestualizzato, usato impropriamente ma che come nessun altro rende l’idea. Loro, hanno creato, prendendo in prestito la stringa di un nostro grande musicista nonchè ricercatore, tale Branduardi Angelo da Cuggiono, un futuro antico: hanno visto un futuro antico per la loro musica e l’hanno ripensata proiettandola nel secolo successivo a quello nel quale si sono manifestati. Ed adopero il verbo proprio degli dèi in quanto non siamo ancora certi che si trattassero di meri esseri umani in carne ed ossa.
«Maestro, suoni un tango!» La provocazione che faceva andare in bestia il nostro. «Suono il mio! Il mio.»
Pertanto un secolo dopo AP è remixato in tutti i modi nelle compilation lounge che da Ibiza portano a Miami con tappa a Mykonos, da bere shakerato on the rocks nella società dello spettacolo – o ciò che ne rimane – con una spruzzatina di seltz e una fettina di lime a guarnire. Ma il suo messaggio è immortale e mai come ora ci pare agognato quel monito di ritornare al sud. Sud, stato dello spirito, immateriale e senza barriere prima ancora che luogo geografico.
E sopra ogni altra cosa: tango. Amore odio tango. Argentina tango. Solitudine tango. Amore tango. Amori tango. Studio tango. Vita morte tango. Ieri Tango, domani Tango. Libertango, a chiudere.
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