Cronaca & Attualità
E’ allarme siccità in Fvg: da dicembre a oggi meno 40% di precipitazioni
La presidente del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, Rosanna Clocchiatti: “E’ necessario cercare nuovi approvvigionamenti idrici”
FVG – E’ allarme siccità in Friuli Venezia Giulia. L’acqua insufficiente per l’irrigazione preoccupa il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, che registra un atipico inverno privo di piogge. La scarsità di precipitazioni sta proseguendo dallo scorso dicembre: i dati delle stazioni di Enemonzo e Gemona del Friuli, Udine e Cervignano riportate dal Consorzio sono peggiori rispetto alla situazione delle già difficili annate 2012 e 2019. Nell’ultimo trimestre il calo delle precipitazioni rispetto alla media del periodo supera il 40%.
I DATI. Tra dicembre e febbraio 2022 presso la stazione di Enemonzo sono state rilevate precipitazioni cumula
Il problema siccità riguarda tutta la regione, ma è particolarmente gravoso per il Tagliamento, principale fonte di approvvigionamento per i canali consortili, che non hanno solo un utilizzo irriguo ma servono anche per la produzione di energia elettrica e rivestono un importante ruolo per l’ecosistema di vaste aree della pianura udinese. Misure straordinarie di razionamento potrebbero rendersi necessarie a fine marzo in occasione della prevista riapertura dei canali.
FABBISOGNO IRRIGUO. Le necessità irrigue ormai non attengono solo al periodo estivo, ma anche in primavera per le colture vernine e ortofrutticole, le semine di quelle cerealicole, il servizio antibrina. Le attuali esigenze sono per ora limitate ad alcune aziende con produzione in serra di colture orticole, ma nel breve termine, specie in caso di aumento della temperatura, potranno emergere ulteriori esigenze connesse a colture orticole e vernine. Alcune aziende hanno evidenziato la necessità di utilizzare il servizio antibrina nel caso in cui si verificassero gelate tardive. Il Consorzio sta provvedendo al riempimento degli impianti interessati e al graduale ripristino della portata nel canali messi in asciutta per i lavori di manutenzione del Canale Principale, anche se probabilmente si dovranno attuare importanti misure di riduzione della portata a causa della ridotta derivazione dal Tagliamento presso la presa Ospedaletto.
LA PORTATA DELLE DERIVAZIONI. Attualmente la portata derivata ad Ospedaletto è intorno a 7 m3/s rispetto all’usuale valore di 18,4 m3/s. Presso il nodo di Andreuzza la portata del canale principale è pari a 13 m3/s, rispetto aduna portata di competenza di 21,5 m3/s. Presso la presa di Zompitta si sta manifestando una similare situazione di deficit idrico. Attualmente la derivazione complessiva delle rogge di Udine, Palma e Cividina ammonta complessivamente a circa 2,5 m3/s, rispetto alla portata media invernale di 3,2 m3/s. In occasione di prolungate condizioni di deficit idrico, le falde hanno dei tempi di risposta più lunghi rispetto ai corsi d’acqua superficiali. Attualmente le falde del Medio Friuli registrano livelli inferiori di circa 1 m rispetto alle medie del periodo, con punte di 3-4 metri nel Cividalese. In assenza di adeguati apporti idrici il trend di calo continuerà nei prossimi mesi e potrebbe creare seri problemi durante la stagione irrigua.
IL COMMENTO. “La risorsa idrica è un bene limitato e destinato a usi non solo agricoli, da utilizzare con oculatezza e parsimonioso; per raggiungere questo obiettivo il Consorzio è impegnato al massimo livello con tutta la sua struttura, coi il coinvolgimento dei consorziati. Sono necessari tuttavia forti investimenti per realizzare opere di trasformazione irrigua che possono anche dimezzare il fabbisogno idrico per ettaro, garantendo nel contempo una irrigazione molto più efficiente ed efficace”. All’ente consortile giungono richieste irrigue pressoché da tutta la regione: dalle zone a vigneto delle colline orientali ai territori della bassa friulana, a quelli della pianura centrale e collinare, molto spesso sprovvisti di qualsiasi servizio irriguo. “E’ dunque urgente cercare nuovi approvvigionamenti idrici, in quanto quelli attuali sono insufficienti. In attesa di attuare tutte le conversioni irrigue, serve realizzare anche importanti interventi di ammodernamento degli impianti irrigui esistenti, al fine di limitare le perdite ed efficientare la distribuzione agli utenti. Il PNRR può essere uno strumento straordinario per dare impulso a queste attività”.
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