Cronaca & Attualità
Affondamento del piroscafo Galilea: il ricordo dei caduti dopo 80 anni
Dei 991 soldati che persero la vita in quel frangente 651 erano alpini, e dei 279 superstiti 205 le penne nere
RAGOGNA – “Da questo angolo del Friuli si scrive ancora la storia, nel ricordo dei poveri martiri della guerra, nella commozione del popolo friulano che ha sempre saputo rievocare con grande vigore gli anniversari di questa strage. Ma si scrive anche nell’emozione che viviamo in questo momento di grande fragilità internazionale che pone tanti interrogativi, dentro di noi e sui tavoli di chi ha la responsabilità di prendere decisioni”. Ha esordito così l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, nel suo intervento in rappresentanza del governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga alla cerimonia in occasione dell’ottantesimo anniversario della strage a seguito dell’affondamento del piroscafo Galilea. L’evento commemorativo si è tenuto a Muris di Ragogna nei pressi del monumento ai caduti sul fronte greco albanese. Del monumento, che riporta i nomi dei tanti alpini del Gemona e le lapidi dei bersaglieri del 2° Reggimento e del I e XXI Battaglione Carabinieri, quest’anno si celebra anche il 50mo dall’inaugurazione.
Era la notte del 28 marzo 1942 quando un siluro inglese colpì il Galilea sul lato destro, verso prua, al largo dell’isola greca di Antipaxos nel Mar Ionio. Era salpato da Patrasso in direzione Bari la mattina, ma nel porto del capoluogo pugliese non ci arrivò mai: dopo sei ore, infatti, l’ex lussuoso piroscafo civile della triestina Adriatica Società Anonima di Navigazione, si inabissava. Aveva a bordo 1.335 persone, più del doppio rispetto alla capienza consigliata, per la maggior parte alpini del battaglione Gemona, alcuni ospedali da campo della Divisione Julia, ma anche bersaglieri, carabinieri, numerosi militari in licenza, oltre a un centinaio di marinai e una sessantina di prigionieri, tra greci e italiani. Furono solo 279 i superstiti, 205 gli alpini.
“Sono qui – ha affermato Zilli, ringraziando i rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, delle Forze dell’ordine – per esprimere la gratitudine per questo grande senso di appartenenza alla grande storia e per la voglia di coglierne gli insegnamenti per consegnare al futuro, ai nostri ragazzi, ciò che non deve più accadere; per consegnare un monito e il valore che gli alpini rappresentano in questa terra: solidarietà, ed è quella che stiamo offrendo oggi ai profughi della guerra in Ucraina, e rispetto per la Patria e i valori che condividiamo. È questo – ha concluso l’assessore – il senso più profondo che vorrei trasmettere in una giornata così ricca di emozione: l’appartenere ad una comunità che ha valori e che li incarna nell’impegno, nella solidarietà, nel rispetto per il prossimo”.
Al termine della cerimonia, a cui era presente la Medaglia d’oro al Valor militare Paola Del Din e a cui sono intervenuti il sindaco Alma Concina, il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, il comandante della Brigata alpina Julia Fabio Maioli e il presidente dell’Associazione nazionale alpini Sebastiano Favero, il cappellano don Alvino D’Orlando ha celebrato la S. Messa accompagnata dal coro “Amici della montagna”.
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