Cronaca & Attualità
Casa dello Studente chiusa da 5 anni: la protesta della politica
Per gli oltre 13 mila studenti iscritti all’ateneo friulano i posti letto disponibili sono soltanto 101 nel complesso del Polo scientifico dei Rizzi
UDINE – “È molto grave che i rappresentanti dell’associazione studentesca universitaria Udu Udine esprimano profondo disagio e denuncino di non disporre da cinque anni della Casa dello Studente di viale Ungheria a Udine”. A sottolinearlo, in una nota, è il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell. “Il ruolo delle Case dello studente pubbliche – continua il consigliere – non può essere sostituito da case private o convitti. Il fatto è ancora più grave perché in Consiglio, anche recentemente ci è stato assicurato, anzi l’assessorato si è vantato, che tutto andasse benissimo con la piena soddisfazione degli studenti. Intendiamo depositare un’interrogazione all’assessore Rosolen a questo riguardo, per capire dove sta il problema, i tempi, e perché ci era stato detto che la situazione fosse esemplare”, conclude Honsell.
Critico anche il gruppo consiliare dei Cittadini: “La mancanza di una Casa dello Studente universitaria nel centro di Udine è tornata al centro delle cronache grazie ai rappresentanti studenteschi dell’Udu Udine che hanno chiesto a gran voce di risolvere il problema. Lo storico edificio di viale Ungheria è infatti chiuso da tempo (5 anni) per lavori di ristrutturazione e per gli oltre 13 mila studenti iscritti all’ateneo friulano i posti letto disponibili sono soltanto 101 nel complesso del Polo scientifico dei Rizzi”. Lo si legge in una nota del gruppo consiliare dei Cittadini.
Tra i primi a rispondere all’appello di Udu è la consigliera regionale Simona Liguori, che propone l’immediata apertura di un tavolo di confronto dove trovare in fretta una soluzione. “Gli studenti – spiega Liguori – hanno tutte le ragioni per rivendicare spazi e strutture che in altre realtà universitarie, anche regionali, certo non mancano. La situazione denunciata va affrontata e risolta con il contributo di tutti i soggetti interessati, ovvero prime fra tutte le istituzioni coinvolte”. “Preoccupa – si legge ancora nel comunicato – che qualcuno abbia
addirittura ipotizzato di riconvertire l’edificio di viale Ungheria per scopi diversi dalla residenzialità universitaria ed è dunque necessario istituire subito un tavolo operativo di confronto attorno al quale far sedere, oltre ai rappresentanti dell’Unione degli universitari di Udine, anche quelli di Ardis (Agenzia regionale per il diritto allo studio del Friuli Venezia Giulia), Regione, Comune di Udine, Università degli studi di Udine e i rappresentanti sindacali della Fillea Cgil”. “Non è pensabile che questa spiacevole situazione – conclude la consigliera Liguori – perduri ancora o, peggio, che l’ateneo friulano perda definitivamente servizi che lo renderebbero sicuramente meno appetibile di altre sedi nelle scelte degli universitari”.
“Già è inammissibile che una città universitaria sia priva da cinque anni di una struttura adeguata in grado di ospitare gli studenti universitari. Apprendere che si sta ipotizzando una sua riconversione per scopi diversi dalla residenzialità universitaria, che ovviamente non sarà a costo zero, ha persino dell’incredibile”. Lo rimarca in una nota il capogruppo del Patto per l’Autonomia nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Massimo Moretuzzo, riferendosi “agli ultimi sviluppi riguardo la Casa dello studente di viale Ungheria a Udine, l’imponente edificio dismesso dal 2017 per lavori di ristrutturazione. Ora si apprende la necessità di un adeguamento sismico, ma si è in attesa, fa sapere l’assessore regionale Alessia Rosolen, del parere dei tecnici”.
“Nel frattempo, le esigenze abitative della popolazione universitaria di Udine, in particolare di quella che afferisce ai poli umanistico, giuridico ed economico del centro cittadino, non trovano risposte adeguate – spiega Moretuzzo – e, evidentemente, non le troveranno neanche nel prossimo futuro. Raccogliamo dunque la forte preoccupazione degli universitari di Udine che, attraverso le loro rappresentanti, hanno preteso chiarezza rispetto a una situazione ormai insostenibile che lede il diritto allo studio”.
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