Economia & Lavoro
Nuove partite Iva in Fvg: nel 2021 più 30%. Tornati ai livelli pre Covid
A Gorizia l’incremento più alto a livello nazionale
FVG – Nel corso del 2021 in Friuli Venezia Giulia sono state aperte 10.795 nuove partite Iva, 3.519 in più rispetto all’anno precedente (+48,4%), caratterizzato dalle restrizioni legate all’emergenza pandemica, che hanno interessato anche le attività economiche. Il dato del 2021 è però anche nettamente superiore (+30%) a quello registrato nel 2019 (8.271), in epoca pre Covid. In questo modo, dopo l’interruzione del 2020, è ripresa una serie positiva che durava dal 2017. Lo rende noto il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborato dati del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel confronto 2020-2021 la crescita maggiore si riscontra nella provincia di Gorizia, che presenta un incremento del 285,8% (da 853 a 3.291 aperture), il più elevato in termini percentuali a livello nazionale. Le altre tre province del Fvg sono sostanzialmente tornate ai livelli analoghi a quelli del 2019, mentre nell’isontino si è verificata una crescita particolarmente consistente e perfino nel 2020 si era rilevato un leggero aumento (+3,6%).
In crescita soprattutto le partite Iva aperte da soggetti non residenti. Per quanto concerne la natura giuridica, la dinamica registrata nel 2021 in Fvg ha riguardato principalmente i soggetti non residenti (+2.499 aperture rispetto all’anno precedente, quando erano state appena 140). Anche le società di capitali (+254, pari a +20,9%) e le persone fisiche (+704, pari a +12,6%) evidenziano degli incrementi apprezzabili. L’andamento illustrato è connesso alla notevole espansione delle vendite online condotte da soggetti non residenti, tanto che a livello nazionale il 97% di queste attività che non hanno stabile organizzazione nel territorio italiano opera nel settore del commercio. I soggetti non residenti, inoltre, risultano concentrati in tre regioni (che danno conto dell’80% del totale): Lombardia, Veneto e Fvg. La collocazione geografica di questi operatori stranieri, in particolare nelle province di Milano, Treviso e Gorizia, rispecchia probabilmente la localizzazione delle società specializzate che agiscono come loro rappresentanti fiscali, occupandosi degli adempimenti in materia di imposta sul valore aggiunto. Nel caso specifico di Gorizia, informa Russo, la direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate ha precisato che l’incremento 2021 si deve soprattutto alla presenza sul territorio della sede legale di una società di capitali che opera quale rappresentante fiscale in Italia per vari soggetti non residenti impegnati a loro volta nelle vendite online.
Le tendenze settoriali. Nel 2020 il commercio è stato il settore con il numero maggiore di aperture (quasi 3.700); si tratta però in larga parte appunto di aperture effettuate da soggetti non residenti attivi nel commercio online. Nel biennio precedente il primato apparteneva invece alle attività professionali scientifiche e tecniche, che comprendono sia le libere professioni (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti e altro), sia quelle attività non regolamentate da ordini professionali (pubbliche relazioni e comunicazione, consulenza gestionale, collaudi e analisi tecniche, pubblicità e ricerche di mercato, …). L’edilizia, grazie evidentemente ai notevoli incentivi esistenti, nel 2021 ha evidenziato una notevole crescita delle aperture (+294 unità, pari a +38,3%). Anche le attività immobiliari mostrano una dinamica positiva piuttosto significativa (+109 unità, pari a +83,2%). Il settore che comprende alberghi, bar e ristoranti è uno di quelli dove la flessione nel 2020 è stata più consistente a causa delle restrizioni introdotte per fronteggiare l’emergenza sanitaria (-36,2% rispetto all’anno precedente); nonostante la modesta ripresa del 2021 (+41 unità), il numero di aperture rimane molto distante dai livelli precedenti alla pandemia. All’opposto, e probabilmente per lo stesso motivo, il comparto della sanità e dell’assistenza sociale è uno dei pochi che ha mostrato un incremento nel 2020 (+20,5%) e anche nel 2021 si è mantenuto su livelli molto superiori rispetto al 2019.
Le persone fisiche. Per quanto riguarda le sole persone fisiche, nel 2021 il 62% delle nuove aperture ha riguardato gli uomini; rispetto al 2020 la crescita è stata però più accentuata per la componente femminile (+15,5% contro il +11% dei maschi). La fascia di età compresa tra 36 e 50 anni è quella che ha registrato l’incremento maggiore in termini assoluti (+354 unità, pari a +13,5%). In termini relativi sono invece gli over 65 a mostrare la dinamica più sostenuta (+15,6%). Si può inoltre osservare che, negli ultimi anni, la quota di aperture effettuate da under 35 è tornata a crescere dopo il calo del periodo 2015-2016, raggiungendo il 47,4% del totale nel 2021. L’analisi dei dati in base al luogo di nascita mostra infine che tra le persone fisiche più di una nuova partita Iva su cinque è avviata da un soggetto nato all’estero (1.397 su 6.273, pari al 22,3%), in prevalenza in un Paese europeo non comunitario.
Nota metodologica. I dati statistici relativi alle aperture delle nuove partite Iva di imprese e professionisti sono quelli comunicati all’Amministrazione Finanziaria e memorizzati nelle banche dati dell’Anagrafe Tributaria. Si ricorda che le informazioni riguardanti le chiusure non vengono pubblicate perché non significative da un punto di vista economico, in quanto al momento della cessazione dell’attività spesso i contribuenti non adempiono all’obbligo di chiusura della partita Iva.
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