Cronaca & Attualità
Strage di Capaci, Zanin: «Trent’anni dopo la battaglia contro la mafia resta attuale»
Per ricordare l’uccisione di Giovanni Falcone, un drappo bianco verrà esposto nel palazzo del Consiglio regionale
FVG – Una bomba della potenza di cinquecento chili di tritolo uccise il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti della scorta, ma non è riuscita a spegnere il desiderio di giustizia e la volontà di affrancarsi dalla mafia e da ogni altra forma di criminalità organizzata. Una battaglia che sta a cuore a tutti gli italiani che credono nella legalità, un impegno che vede anche il Friuli Venezia Giulia in prima linea, grazie al lavoro dell’Osservatorio regionale antimafia e alla vigilanza di forze dell’ordine e istituzioni.
È questa la riflessione sviluppata dalla Presidenza del Consiglio regionale alla vigilia del trentesimo anniversario di una strage che tocca ancora le nostre corde emotive più profonde. Il 23 maggio del 1992 Cosa Nostra eliminò fisicamente uno dei suoi principali nemici, un giudice coraggioso che aveva compreso a fondo la struttura e le ramificazioni dell’organizzazione criminale e stava conseguendo importanti risultati investigativi. E si trattava purtroppo solo del primo atto di una terribile stagione di sangue che avrebbe trovato il suo culmine due mesi dopo con l’assassinio di Paolo Borsellino, collega, amico e in qualche modo erede di Falcone.
Parlando a nome dell’intera Assemblea legislativa, la massima carica consiliare sottolinea inoltre quanto sia importante ricordare tutte le vittime della strage di Capaci: la moglie di Falcone, Francesca Morvillo, magistrato pure lei, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ricordare nomi e persone, come fa ogni anno l’associazione Libera con un’iniziativa simbolica importante, aiuta infatti a identificarsi con il dolore delle tantissime famiglie che hanno patito la violenza delle mafie.
Anche se episodi cruenti come quello di Capaci e di via D’Amelio non si sono ripetuti negli ultimi anni – conclude la Presidenza – la battaglia contro la criminalità organizzata non è certo finita. Le mafie oggi agiscono il più delle volte sottotraccia, infiltrandosi nell’economia legale, ed è importante continuare a vigilare, alimentando gli anticorpi della società civile. Per ricordare la strage di Capaci, un drappo bianco verrà esposto nel palazzo del Consiglio regionale.
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