Cronaca & Attualità
Scuola verso lo sciopero: contratto e dimensionamento al centro della mobilitazione
I sindacati ai parlamentari del Fvg: «Le retribuzioni del personale docente e non docente vanno adeguate agli standard Ue»
FVG – Organici, dimensionamento delle classi e degli istituti, rinnovo contrattuale. Si muovono a 360 gradi le motivazioni alla base dello sciopero della scuola indetto per lunedì 30 maggio dai sindacati di categoria di Cgil-Cisl-Uil, Confsal e Gilda Unams. Sciopero che sarà preceduto, nella mattinata di venerdì 27 maggio, da un’assemblea web di tutti i lavoratori della scuola del Friuli Venezia Giulia. La mobilitazione punta innanzitutto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro, scaduto da tre anni, con l’obiettivo dell’equiparazione retributiva del personale della scuola agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo di studio, oltre che al progressivo avvicinamento alla retribuzione dei colleghi europe. Ma quello del contratto è solo uno dei temi sul tavolo, come hanno spiegato stamane i sindacati nel corso di un incontro con i parlamentari del Friuli Venezia Giulia, tenutosi all’istituto Malignani di Udine (presenti Luca Ciriani, Mario Pittoni e Renzo Tondo).
La giornata di mobilitazione, cui potrebbero seguirne presto altre, mette al centro del confronto tra sindacati e Governo anche altre rivendicazioni: la riduzione del numero di alunni per classe, il contenimento della dimensione delle istituzioni scolastiche entro il limite di 900 alunni per scuola, per garantire al territorio un’adeguata rete scolastica anche a fronte del calo degli iscritti, modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione sui posti storicamente consolidati in organico di fatto, per superare il precariato, modalità semplificate di accesso al ruolo e ai percorsi di abilitazione per chi vanta una consistente esperienza di lavoro, la previsione di un organico straordinario di personale della scuola, per gestire le emergenze legate al perdurare della pandemia e all’accoglienza degli alunni provenienti dalle zone di guerra per l’anno scolastico 2022-23.
Sul tavolo, hanno inoltre sottolineato i segretari regionali Adriano Zonta (Flc-Cgil), Antonella Piccolo (Cisl scuola), Ugo Previti (Uil scuola), Mauro Grisi (Snals-Confsal) e Massimo Vascotto (Gilda-Unams), anche i temi relativi alla formazione, all’autonomia scolastica, all’incremento degli organici dei collaboratori scolastici, dei tecnici, ai concorsi per l’assunzione e la stabilizzazione del personale amministrativo delle scuole (Dsga), alla revisione degli attuali parametri di attribuzione degli organici alle scuole per il personale docente, educativo e Ata. «Il ruolo della scuola – sostengono i segretari regionali – deve essere al centro delle politiche per la crescita e la ripresa, e la professionalità di chi lavora nella scuola pubblica deve essere adeguatamente riconosciuta e valorizzata. Anche per questo chiediamo di stralciare dal decreto in discussione tutti i temi di natura contrattuale, dalla formazione agli aspetti retributivi e normativi».
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