Cronaca & Attualità
Afds Udine, donazioni in calo, ma l’autosufficienza trasfusionale degli ospedali è stata garantita
Durante l’assemblea è stata indicata la nuova strategia per lasciarsi alle spalle il calo causato dalla pandemia
UDINE – I delegati delle 198 sezioni dell’Afds Udine, in rappresentanza di 50mila volontari della provincia di Udine, si sono ritrovati per una assemblea che quest’anno ha un significato in più: infatti, ha inteso dare il via a una strategia per lasciarsi definitivamente alle spalle il periodo pandemico, durante il quale anche il dono del sangue ha sofferto. “L’Afds Udine in questo contesto, pur con un inevitabile calo numerico delle donazioni, ha mantenuto il suo impegno fondante di garantire l’autosufficienza trasfusionale ai nostri ospedali sia per quanto riguarda il sangue sia per il plasma. In Friuli non c’è stata alcuna emergenza e il sistema sangue regionale del quale noi siamo i maggiori contribuenti ha tenuto al meglio rispetto ad altri” ha spiegato il presidente Roberto Flora alla platea ospite nel polo economico giuridico dell’Università, dopo aver ricordato i vent’anni dalla scomparsa del suo indimenticato predecessore Giampaolo Sbaiz.
La prima mossa è spingere ancora di più le singole sezioni sul servizio di chiamata del donatore e sull’utilizzo del blood manager. “Con tale servizio il donatore si sente seguito, accompagnato alla donazione, incoraggiato” ha detto Flora. La seconda mossa intende contrastare il calo demografico. Confortante è il numero dei nuovi iscritti all’Afds che hanno sia pur di poco superato la quota dell’anno scorso grazie soprattutto all’impegno degli studenti e delle loro sezioni scolastiche, portando il Friuli Venezia Giulia a essere la regione in Italia con il primato di donatori fra i 18 e i 25 anni. “Purtroppo stiamo già risentendo della crisi demografica con una disparità marcata fra ingressi e uscite di donatori attivi – ha continuato il presidente -. Il fenomeno si accentuerà negli anni a venire per cui è sempre più necessario che si adotti la scelta di una donazione in più durante l’anno e si abbia maggior cura della salute per se stessi, per gli ammalati e per dovere civico”.
Terza azione riguarda i rapporti con i centri trasfusionali e all’interno degli stessi con i volontari. L’Afds chiede alla Regione e in particolare alle Aziende sanitarie una “bidirezionalità” dei dati, fondamentale per snellire i tempi e i metodi di gestione dei donatori. Inoltre, è auspicabile una maggiore cortesia nell’accoglienza dei donatori da parte del personale sanitario, atteggiamento che per fortuna si intravvede nei professionisti che recentemente sono stati inseriti. Rimane il fatto però che la motivazione di medici e infermieri e l’accoglienza dei locali rimangono fondamentali per consolidare la crescita della raccolta di sangue.
Quarta mossa illustrata in assemblea riguarda l’entrata in servizio a breve della nuova autoemoteca. Questo secondo mezzo, tecnologicamente all’avanguardia, è stato acquisito dall’Afds grazie al sostegno del Gruppo Danieli e allestito in collaborazione con Arriva Saf di Udine. Il mezzo itinerante sul territorio, in particolare nelle aree più distanti dagli ospedali, rappresenta già oggi il secondo punto di raccolta e ora con il raddoppio dei mezzi sarà più facile raggiungere i risultati ottimali che l’Afds si è posta.
“Siamo portatori di valori sui quali non dobbiamo cedere soprattutto ora che ci chiedono anche un volontariato che si basi non solo sulla buona volontà, ma soprattutto sulla competenza – ha concluso Flora -. Tutti siamo chiamati a fare del nostro meglio per quanto possiamo e sappiamo, ma l’importante è che gli ammalati ricevano da noi il dono per virtù del quale ci onoriamo di essere donatori di sangue”.
Durante l’assemblea sono intervenuti, tra gli altri, anche il vicepresidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi e il direttore generale dell’Asufc Denis Caporale.
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