Cronaca & Attualità
Suicidio assistito, la Regione non si esprime in attesa della norma nazionale
Riccardi: “Ogni norma regionale emanata in Friuli Venezia Giulia su questo tema sarebbe impugnata dal Governo”
FVG – “Per le ragioni strettamente legate alla sostenibilità giuridica, la mozione relativa alle azioni conseguenti alla sentenza della Corte costituzionale in tema di morte medicalmente assistita non può essere accolta dalla Giunta. Non è un giudizio o una posizione personale ma un dato di fatto vista l’impossibilità di entrare nel merito dei profili di sostenibilità giuridica”. Lo ha dichiarato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega a Salute e Sociale, Riccardo Riccardi in occasione della mozione, bocciata poi dal Consiglio regionale, in Aula. Il vicegovernatore ha evidenziato come “la Corte costituzionale ha auspicato con vigore l’emanazione di una legge nazionale, che è al vaglio del Parlamento, ed è importante evidenziare come la Regione non abbia alcuna competenza in merito. Per cui ogni norma regionale emanata in Friuli Venezia Giulia su questo tema sarebbe impugnata dal Governo”.
I temi del fine vita e del suicidio medicalmente assistito sono estremamente delicati e oggetto di un ampio dibattito a livello nazionale, anche in considerazione della sentenza della Corte costituzionale, ha riferito Riccardi. Il vicegovernatore ha inoltre ricordato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 580 del codice penale, nella parte in cui non esclude la punibilità di chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche da lei ritenute intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente.
Riccardi ha precisato poi che “al legislatore nazionale spetta definire cosa si intenda con esattezza per ‘morte medicalmente assistita’, chi può accedere alla pratica parzialmente depenalizzata; stabilire requisiti e forma della richiesta di morte volontaria medicalmente assistita; prevedere le modalità del suicidio assistito. Dovrà poi essere definita anche la possibilità di obiezione di coscienza per il personale sanitario ed esercente le attività sanitarie ausiliarie in quanto la Consulta non ha affatto acclarato alcun diritto costituzionale ma si è limitata a enucleare le condizioni procedimentali richieste quali condizioni per la non punibilità dell’aiuto al suicidio prestato a favore di persone che versino nelle situazioni indicate nella sentenza della Corte costituzionale”.
Il vicegovernatore ha infine evidenziato che, a livello nazionale, la Direzione centrale Salute è coinvolta e partecipa ai tavoli di discussione per la revisione del decreto del ministero della Salute per “l’individuazione dei comitati etici territoriali ai sensi dell’articolo 2, comma 7, della legge 11 gennaio 2018, n.3” e ha spiegato che “in Friuli Venezia Giulia nel 2016 sono stati istituiti il Comitato etico regionale per la sperimentazione clinica e presso gli enti pubblici del Servizio sanitario regionale, dei nuclei etici per la pratica clinica al fine di assicurare un adeguato esame delle problematiche etiche connesse alle attività cliniche ed assistenziali. Al momento sono in atto delle riunioni tecniche per verificare le eventuali modifiche da apportare alle nostre norme per gestire le problematiche connesse proprio al fine vita e al suicidio medicalmente assistito”.
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