Economia & Lavoro
Fvg prima regione in Italia per difficoltà a reperire manodopera
Il presidente di Confartigianato Fvg, Tilatti: «Pesano calo demografico e una non sufficiente valorizzazione della formazione tecnica e del saper fare»
FVG – È il Friuli Venezia Giulia la regione italiana in cui le aziende fanno più difficoltà a trovare lavoratori. È quanto emerge dall’indagine, aggiornata a settembre 2022, elaborata dall’Ufficio studi di Confartigianato nazionale attingendo a dati Excelsior e relativi a tutte le tipologie di imprese, non solo quelle artigiane. Inoltre, la condizione in regione è ulteriormente peggiorata rispetto al settembre 2021. Quest’anno è difficile reperire il 52,3% delle figure professionali che si cercano, ben un 5,3 punti in più rispetto all’anno scorso e, addirittura, quasi 10 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale, che si ferma al 43,3%. Una condizione pienamente confermata dalle rilevazioni condotte dall’Ufficio studi di Confartigianato-Imprese Udine, che nella congiunturale di luglio ha rilevato come la prima preoccupazione per le imprese artigiane con dipendenti, prima ancora del caro bollette, è quella legata alla difficoltà a reperire manodopera nei profili richiesti: un problema segnalato dall’81,8% degli intervistati.
«Questa fotografia ha diverse cause – commenta il presidente di Confartigianato Graziano Tilatti -: pesa indubbiamente l’ormai storico calo demografico del Friuli Venezia Giulia congiunto a un invecchiamento significativo della popolazione. A ciò s’aggiunge una tendenza culturale che ancora non valorizza a sufficienza la formazione tecnica e quella del saper fare, con la conseguente formazione di addetti in numero non sufficienti alle richieste del mercato». In questa condizione, prosegue il presidente Tilatti, è bene però ricordare ai giovani e a chi sta valutando la propria posizione lavorativa che «scegliere di lavorare in un’azienda artigiana è una sfida ricca di opportunità: innanzitutto l’ambiente di lavoro è familiare e i rapporti umani sono al primo posto; nelle piccole e medie imprese il tasso di innovazione e creatività è elevato, perché questi elementi sono leva fondamentale per la competizione. Non da ultimo, queste imprese rappresentano anche una scuola di formazione preziosa per chi un domani potrebbe scegliere di diventare esso stesso imprenditore».
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