Economia & Lavoro
Metaverso: nuova dimensione del commercio, ma serve ancora tempo
Il convegno ibrido organizzato da Federmonda Fvg e Cciaa Pn-Ud per aiutare le imprese del settore a capire il reale stato dell’arte e le effettive possibilità di sviluppo
UDINE – Metaverso: moda o realtà? Ma, ancor prima: esiste o non esiste? Domande alle quali è forse ancora presto dare una risposta definitiva, visto che su questa “nuova dimensione” si sta cominciando a sperimentare molto, ma si sa ancora troppo poco. E su cui è facile, facilissimo confondersi (o essere confusi da qualche malintenzionato). Proprio per aiutare le imprese a fare luce sul fenomeno, in particolare a quelle del settore fashion e ai negozi, Federmoda Confcommercio Fvg, con la Camera di Commercio Pordenone-Udine, ha voluto realizzare un approfondimento, con l’intervento di esperti che hanno aiutato di capire quali opportunità ci sono ora a disposizione delle aziende e quali sono anche i rischi, soprattutto dovuti al troppo “sentito dire” sull’argomento e alle troppo scarse competenze reali in materia. Su tutto questo, una parola, sen non conclusiva, ma sicuramente chiarificatrice e incoraggiante, l’ha detta Marco Camisani Calzolari, professore di comunicazione digitale e divulgatore scientifico, i cui interventi alla trasmissione Striscia la Notizia sono molto noti e apprezzati dal grande pubblico e che in Sala Valduga ha concluso in bellezza la speciale mattinata di approfondimento: «Sperimentate tutto – ha suggerito agli imprenditori friulani –, ma con la consapevolezza di quello che state facendo». Formazione e conoscenza degli strumenti, dunque, come base fondamentale per spingere nel futuro le proprie imprese, come è stato sottolineato da tutti gli interventi istituzionali introduttivi, dal presidente camerale Giovanni Da Pozzo all’assessore regionale alle attività produttive Sergio Bini, dal presidente nazionale di Feder Moda Italia – Confcommercio Giulio Felloni al presidente regionale Alessandro Tollon, promotore e coordinatore dell’incontro, incontro che si è tenuto in una modalità “ibrida”. Vale a dire: in presenza, nella Sala Valduga, per il pubblico in carne e ossa, ma anche online sul canale Youtube della Cciaa, per gli utenti collegati da pc o smartphone, e con un collegamento ulteriore, ovviamente nel Metaverso stesso, proiettato come una sorta di stanza virtuale all’interno della Sala Valduga. Un meta-ambiente, nel quale si sono incontrati esperti, che hanno portato le loro esperienze di creazione di metaverso per alcuni tra i più noti brand di moda, coordinati dal Carles Ribot Cabrer, direttore creativo, produttore digitale e virtual designer, che ha materialmente creato il “metastudio” e si è presentato assieme agli esperti sotto forma di avatar.
Se dunque è doveroso oggi considerare tutte le opportunità che le tecnologie ci offrono, va anche detto che quando si parla di metaverso, si tende spesso a utilizzarlo come generica “nuova dimensione” o “nuova tecnologia”, che però con il vero metaverso ha poco a che fare. C’è la tecnologia Nft, c’è la realtà aumentata, ma il metaverso vero e proprio, come ha spiegato Camisani Calzolari, è tutt’altro. Secondo l’esperto, infatti, il metaverso vero, come ha evidenziato provocatoriamente nel suo intervento, non esiste. E ha spiegato al pubblico quali sono i 10 pilastri che aiutano le imprese e i cittadini a capire che cos’è. Innanzitutto non è un videogame, poi è uno solo – come internet: non ci sono più metaversi, ma il metaverso è unico. E, sempre come internet, deve essere persistente, ossia continuare a esistere anche se un utente smette di utilizzarlo. Deve essere inoltre immersivo, reindirizzato in real time, globalmente sincrono (caratteristica che secondo Camisani ne renderà impossibile anche in futuro una piena applicabilità), massimamente scalabile, decentralizzato, open source e interoperabile. Se non ci troviamo di fronte a uno strumento che ha tutte queste caratteristiche, allora facilmente avremo altre tecnologie e non quel metaverso che oggi va molto “di moda” citare. «L’adozione del Metaverso è lontanissima», ha rimarcato più volte il docente. «Ci sono buone realtà virtuali, ci sono ottime opportunità con la realtà aumentata, da cogliere senza dubbio anche da parte delle aziende, ma il vero Metaverso è lontano». Con ciò completando un concetto espresso anche da Carles Ribot. «Dobbiamo conoscere il metaverso per capire, innanzitutto. Come imprenditori, ma prima ancora come genitori di una generazione che vivrà immersa in queste tecnologie, oggi ancora agli albori ma indubbiamente pervasive nel futuro».
Al convegno è stato anche proiettato un video-intervento di Valentina Fradegrada, influencer e imprenditrice e al termine dell’incontro, nella sala polifuzionale è stata predisposta una postazione che ha permesso di fare alcune dimostrazioni pratiche del funzionamento del metaverso, a disposizione degli imprenditori e di tutti i curiosi.
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