Economia & Lavoro
Consorzio di Bonifica Friulana: il caro energia costringe ad aumentare i canoni del 39%
E’ quanto emerge dal bilancio di previsione dell’esercizio 2023, approvato dal consiglio dei delegati del consorzio, assieme al programma annuale e triennale dei lavori
UDINE – Dopo un decennio di canoni invariati, dal 2023 gli utenti del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana subiranno aumenti in bolletta del 39% per far fronte agli oneri energetici che l’ente deve sopportare per assicurare il servizio irriguo e idraulico al territorio e alle aziende. E’ quanto emerge dal bilancio di previsione dell’esercizio 2023, approvato dal consiglio dei delegati del consorzio, assieme al programma annuale e triennale dei lavori. Il 2022 ha registrato un aumento di circa 6,8 milioni di euro degli oneri energetici (il 130% della previsione iniziale), elevati quindi a 11,5 milioni di euro. La perdita tendenziale approvata dal Consiglio dei delegati di euro 6,2 milioni, inferiore alla spesa per i maggiori consumi energetici, sarà ricoperta senza procedere ad alcun aumento della contribuenza per l’anno in corso, ma attraverso gli utili di bilancio dei passati esercizi e da quanto arriverà al Consorzio dai 7 milioni di euro previsti per tutto il sistema consortile regionale (3 consorzi) nella finanziaria regionale per i maggiori oneri energetici del 2022.
CANONI INVARIATI PER 10 ANNI. “Dopo 10 anni di canoni consortili invariati – afferma la presidente del Consorzio Rosanna Clocchiatti -. il consiglio dei delegati si è trovato costretto a procedere ad un aumento per il 2023, considerata la spesa energetica prevista in euro 9,1 milioni (euro 2,4 milioni in diminuzione rispetto al 2022). I canoni consortili senza l’aumento non sarebbero, infatti, stati sufficienti nemmeno per coprire tali oneri. Il Consiglio dei Delegati – precisa la Presidente – nello scorso ottobre aveva dato all’unanimità indicazione alla Deputazione amministrativa di predisporre il bilancio 2023 con una previsione di aumento dei canoni tra il 35 e il 50%. L’aumento del 39% appare, pertanto, la misura minima per venire incontro alle esigenze e alle difficoltà dei consorziati, e allo stesso tempo per assicurare la copertura degli oneri energetici e la garanzia di un livello di servizi pari a quello attuale, il che significa anche realizzare un’attività di manutenzione straordinaria degli impianti irrigui messi a dura prova dalla stagione appena conclusa. Nel bilancio triennale c’è invece la previsione di una diminuzione dei canoni per gli esercizi successivi al 2023 qualora si verifichi una riduzione degli oneri energetici, conferma della disponibilità dell’amministrazione consortile a rivedere, se le condizioni lo renderanno possibile, i canoni di contribuenza.
FONDI PNRR, 56 MILIONI DI PROGETTI FINANZIATI. “Se negli anni fino al 2021 – sottolinea il direttore generale Armando Di Nardo – i canoni consortili coprivano circa il 50% delle spese per i relativi servizi, nel 2022 essi hanno coperto il 35% degli stessi servizi, con una previsione di copertura del 42% nel 2023. Quanto non corrisposto dai consorziati viene introitato dalla produzione di energia idroelettrica attraverso le centrali di proprietà del Consorzio e dai ricavi realizzati dall’attività del personale (previsti oltre 3 milioni di euro nel 2023), sia nella realizzazione di opere di bonifica finanziate dalla Regione e dallo Stato, sia per i nuovi compiti affidati dalla Regione in materia di dragaggi, di bonifiche ambientali e attività nella laguna di Marano e Grado”. Di Nardo sottolinea inoltre i progetti finanziati recentemente dal MASAF (ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) 56 milioni di euro con fondi PNRR e ministeriali, predisposti pressoché interamente dalla struttura consortile, e circa per la metà dei quali si prevede l’inizio dei lavori già nel 2023.
ORGANIZZAZIONI AGRICOLTORI: VEDUTE CONDIVISE. Piena la convergenza di vedute tra il Consorzio e le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori presenti nel Consiglio dei Delegati, nei numerosi incontri tenutisi nel corso dell’anno, sia per fronteggiare la siccità che per l’esame e la predisposizione dei bilanci 2022 e 2023, unite dalla preoccupazione di salvaguardare i redditi delle aziende agricole, ma anche l’equilibrio economico finanziario del Consorzio condizione questa necessaria per continuare ad assicurare i servizi, perché senza irrigazione non esiste agricoltura. “Con questo bilancio – conclude la presidente – si vogliono attuare gli scopi fondamentali del Consorzio, cioè assicurare sicurezza idraulica, lavoro e reddito alle aziende agricole e alle imprese del territorio. Di fronte alle difficoltà e alle situazioni critiche che si sono presentate, il Consorzio ha saputo sempre fornire i servizi che ci si aspettava, rispondendo con il suo personale e i suoi mezzi alle necessità del territorio, facendo il massimo non solo per portare l’acqua dove non c’era o toglierla dove ce n’era troppa ma anche per realizzare le attività ordinarie e soprattutto straordinarie che fanno parte dei suoi programmi. L’impegno della Deputazione amministrativa e del Consiglio dei Delegati è di continuare ad operare con capacità e coraggio, affinché tutte le attività del Consorzio possano progredire e migliorare, e l’ente costituire un riferimento per il territorio e le istituzioni che vi operano”.
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