Cronaca & Attualità
Grande festa a Cividale per il raduno delle penne nere
Zanin: “Questi eroi hanno sacrificato le loro vite per consegnarci un’Italia libera, basata sui valori della famiglia, della convivenza e del rispetto reciproco”
CIVIDALE DEL FRIULI – “Questi eroi hanno sacrificato le loro vite per consegnarci un’Italia libera, basata sui valori della famiglia, della convivenza e del rispetto reciproco. Quegli stessi valori che i giovani del battaglione Cividale ci hanno consegnato, morendo nel gelo di una terra lontana, hanno altresì formato la capacità di tutti voi di realizzarvi tra lavoro, affetti e comunità, guardando a un esempio che oggi, proprio qui, esaltate con la vostra presenza. Sempre fedeli, nonostante il Cividale non esista più”. Lo ha sottolineato, in piazza del Duomo a Cividale del Friuli, il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, ospite delle cerimonie collegate al 27° raduno della Brigata alpina Cividale che hanno coinvolto 60mila persone nell’arco di due giornate.
“Il Cividale, invece, esiste più che mai sulle mostrine di quei soldati morti in guerra – ha aggiunto il vertice di un’Assemblea legislativa Fvg, rappresentata nell’occasione anche dai consiglieri regionali Elia Miani, Mariagrazia Santoro e Cristiano Shaurli – ma permane anche nella vostra personalità, grazie al percorso di formazione vissuto durante il servizio militare. Guardandovi, insieme a tutto ciò che esso ha rappresentato in termini di fratellanza, percepisco quanto ci sia ancora bisogno di un periodo di formazione e di unità attraverso la leva per lasciare spazio a uomini veri, capaci di affrontare le sfide della vita attraverso il senso di responsabilità”.
L’evento, organizzato dopo due anni di stop forzato dalla locale Amministrazione comunale insieme alla sezione Ana di Cividale e all’Associazione Fuarce Cividât, ha preso il via con la deposizione di una corona ai piedi del monumento dedicato ai battaglioni Cividale, Val Natisone e Monte Matajur, per proseguire con l’alzabandiera solenne in una piazza del Duomo affollata di penne nere. Quindi, dopo la celebrazione religiosa, l’ammassamento in piazza Resistenza e la sfilata lungo le vie cittadine fino al piazzale 8? Reggimento Alpini.
“Avete sfidato questa giornata uggiosa – ha evidenziato Zanin nel corso del suo intervento, prima della messa celebrata nel Duomo cividalese – per testimoniare con la vostra presenza il dovere della memoria, ricordando quanti sotto le insegne del Cividale hanno sacrificato la cosa più importante che avevano, proprio quando si stavano aprendo alla vita. Giovani e giovanissimi si sono offerti, morendo con queste insegne sulla divisa nelle fredde steppe russe, tenendo alto l’onore delle terre locali e della patria. Se, dopo 80 anni, tutti voi non foste ancora qui, quell’atto di eroismo rischierebbe di essere stato vano”.
Le allocuzioni erano state aperte dal presidente della sezione Ana di Cividale, Antonio Ruocco, mentre il primo cittadino della città ducale, Daniela Bernardi, ha ricordato “il profondo senso di appartenenza e il forte legame della comunità con un battaglione purtroppo sciolto”. Il generale Granfranco Beraldo, presidente dell’Associazione Fuarce Cividât, ha invece rimarcato che “sono passati 80 anni dall’evento che ha segnato l’epopea del battaglione Cividale su un’ansa del fiume Don. Un tributo significativo di sangue, eroismo, coraggio e virtù. Essere qui ancora una volta costituisce una tradizione che dovevamo ai nostri vecchi, quando chiedevano solo di non essere dimenticati”.
“Questa vicenda deve anche costituire un monito per il futuro, perché chi porta nel cuore i valori degli alpini sa che sono finalizzati alla costruzione di una società migliore e alla ricerca del bene comune. Proprio in questi giorni, mi ha colpito – ha concluso Zanin – un fatto che dimostra la decadenza non solo della nostra gioventù, ma piuttosto dei genitori che di essa dovrebbero avere la responsabilità. Ho visto dei ragazzi sparare con un’arma a pallini in testa alla loro insegnante in un’aula scolastica. La cosa drammatica è che i genitori, invece di punire i figli, li hanno difesi facendo ricorso al Tar contro la sospensione. Ricordiamo, allora, che l’impegno della fratellanza e del credere nei valori della patria, dell’umanità e della convivenza sono quelli che avevano portato i 20enni di allora a sacrificare la vita. Oggi è perciò necessario analogo orgoglio morale per rendere solide le basi verso una società migliore”.
Gli eventi collaterali (ai quali hanno contribuito anche la banda alpina di Orzano, la banda di Fagagna e il locale coro Monte Nero) sono proseguiti nel primo pomeriggio tra le piazze di Cividale con la fanfara alpina Julia, prima del passaggio conclusivo, caratterizzato dall’ammaina bandiera nuovamente in piazza del Duomo.
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