Economia & Lavoro
Comunità energetiche e autoconsumo: evento per illustrarne costituzione e funzionamento
A farsene carico è stata la multiutility udinese Bluenergy
UDINE – Cosa sono le comunità energetiche? Quali sono i vantaggi in termini economici e ambientali per le aziende e il territorio? Sono queste le domande a cui si è cercato di dare risposta durante il primo Convegno “Comunità energetiche e autoconsumo” dedicato alle imprese e tenutosi mercoledì 15 febbraio nella sala Valduga della Camera di Commercio di Pordenone – Udine e organizzato da Confapi Fvg, Confartigianato Imprese di Udine e Cna Fvg in collaborazione con la Camera di Commercio Pordenone-Udine e promosso da Bluenergy.
Diffondere la cultura dell’efficienza energetica è da sempre uno dei principi cardine di Bluenergy che ha scelto di supportare l’iniziativa come segno tangibile di sostegno al territorio per la realizzazione di ambiziosi progetti di crescita sostenibile e proporsi al mercato come partner strategico nello sviluppo delle Comunità Energetiche sul territorio friulano.
Dopo i saluti introduttivi di Lucia Cristina Piu direttore Confapi Fvg, Maria Lucia Pilutti, segretario generale della Camera di Commercio di Pordenone – Udine e di Alberta Gervasio amministratore delegato di Bluenergy Group i lavori sono stati aperti da Veronica Cervini, responsabile Innovazione, Ambiente e Sviluppo sostenibile Cciaa Pn-Ud che ha illustrato il programma delle attività messe in campo a sostegno dell’economia green. Nello specifico ha sottolineato il ruolo strategico dei Più – Punti Impresa Digitale e dei progetti di digitalizzazione a supporto della transizione energetica con maggiore focus su “I voucher digitali 4.0”.
«Le Comunità Energetiche Rinnovabili possono rappresentare un modello efficace per promuovere misure di risparmio energetico creando sinergie sostenibili tra aziende, cittadini ed enti locali. Il sistema camerale – ha evidenziato Maria Lucia Pilutti – oltre a consolidare e potenziare le azioni già realizzate in tema di digitalizzazione, intende affrontare il tema della doppia transizione, elemento centrale del cambiamento economico-sociale, avvalendosi della rete dei Più – Punti Impresa Digitale. Sul tema, la Cciaa propone eventi info-formativi per aiutare le imprese a cogliere le opportunità derivanti dalla transizione energetica e dall’uso delle rinnovabili e promuoverà tavoli di progettazione territoriale in materia, nonché desk di confronto imprese e stakeholder locali».
«L’approccio differenziato all’approvvigionamento di materie prime in questi ultimi mesi è diventato un tema centrale unendosi a doppio filo a quello del consumo consapevole delle risorse ambientali. – prosegue Alberta Gervasio -. Sappiamo che le Comunità Energetiche Rinnovabili rappresentano una risposta a queste necessità in quanto determinano numerosi benefici di tipo ambientale, produttivo, economico e sociale per il territorio in cui nascono. Purtroppo all’evidenza dei benefici, al momento si registra uno scarso flusso di informazioni su quelli che sono i tempi di realizzazione e gli investimenti necessari utili a crearle. Per questo motivo abbiamo scelto di supportare il convegno di oggi che ci permette di veicolare alla cittadinanza e alle imprese del territorio informazioni importanti e di fornire loro un’adeguata panoramica di quelli che sono i reali vantaggi di questo tipo di generazione energetica».
All’incontro si è aggiunto Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Udine, che dopo i saluti alla platea ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema energetico senza tabù, coinvolgendo il più possibile tutti gli attori della filiera.
L’incontro è proseguito con la lectio magistralis di due importanti personalità del mondo accademico: Alessandro Tamanini, senior manager, energy & strategy e Simone Franzò, assistant professor della School of Management del Politecnico di Milano e membro del Comitato scientifico di Energy & Strategy che hanno analizzato le opportunità e le evoluzioni del mercato delle comunità energetiche.
L’intervento aperto Tamanini ha fornito una panoramica su quelli che sono gli obiettivi di medio e lungo periodo, ponendo ancora una volta l’accento su come decarbonizzazione e sicurezza energetica siano le traiettorie sulle quali orientare gli sforzi verso una transizione energetica a tutela dell’ambiente. Uno strumento fondamentale del cambiamento, sottolinea, è senza dubbio l’elettrificazione, cioè la sostituzione progressiva delle tecnologie che utilizzano combustibili fossili a favore di tecnologie che utilizzano l’elettricità soltanto da fonti rinnovabili in tutti i settori: dalla mobilità elettrica, alla cucina di casa, al riscaldamento. Un ulteriore aiuto potrà essere fornito dalla digitalizzazione delle reti che potrà migliorare nettamente l’efficienza energetica. «La diffusione delle fonti rinnovabili rappresenta una delle principali traiettorie evolutive del sistema energetico verso un modello più sostenibile, da un punto di vista ambientale ma non solo. In questo contesto, le comunità energetiche rappresenteranno uno degli abilitatori principali. – afferma Tamanini – Da un lato, esse consentiranno di “estremizzare” i concetti di generazione distribuita e di prosumer, abilitando nuove forme di produzione e consumo collettivo di energia; dall’altro lato, esse rappresenteranno degli ecosistemi dove potranno manifestarsi altre direttrici complementari alle rinnovabili, quali l’efficientamento energetico e la partecipazione attiva delle comunità all’interno dei mercati dell’energia, che a loro volta contribuiranno alla decarbonizzazione del sistema energetico nazionale».
Sul tema della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’intervento ha posto l’accento sulla situazione Italia. Oggi nel nostro paese sono presenti numerosi impianti fotovoltaici di piccola taglia dedicati prevalentemente all’autoconsumo. I bonus fiscali emanati dalle regioni rappresentano un interessante volano alla loro diffusione non solo al livello domestico ma anche nel tessuto delle imprese. Tra le regioni più virtuose si attestano: Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e recentemente anche il Friuli Venzia Giulia con il recente bando.
«Le opportunità connesse alla diffusione delle comunità energetiche sono molteplici, riconducibili ai tre pilastri della sostenibilità che sono richiamati all’interno delle direttive comunitarie che hanno introdotto diverse fattispecie di comunità energetiche. Ad esempio, dal punto di vista economico, i membri di una comunità energetica possono ridurre la spesa per la bolletta energetica; dal punto di vista ambientale, si riduce l’impatto emissivo connesso alla produzione ed utilizzo di energia; dal punto di vista sociale, si generano interessanti ricadute occupazionali a livello locale. – prosegue Simone Franzò -. D’altro canto, non sono da sottovalutare le sfide connesse alla diffusione di questo nuovo “paradigma”, quali l’ingaggio dei soggetti che faranno parte di ciascuna comunità ed il raggiungimento di un solido razionale economico per queste iniziative, condizione necessaria per attrarre sia i soggetti che fanno parte di una comunità sia i soggetti esterni alla comunità quali utility ed ESCo che verosimilmente giocheranno un ruolo chiave quali catalizzatori di queste iniziative».
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