Gorizia
Elezioni, l’assessore Roberti: «Cambiare una legge che non rispetta il voto popolare»
Preso a esempio quanto accaduto a Udine, dove il candidato a sindaco più votato è stato quello uscito sconfitto al ballottaggio
FVG – “Quando il meccanismo di una legge elettorale determina delle situazioni in cui, rispetto alle percentuali dei voti conseguiti, la rappresentanza di chi vince viene oggettivamente penalizzata mentre quella di chi è stato sconfitto è invece premiata, allora significa che le regole non rappresentano al meglio la volontà popolare e quindi dovrebbero essere cambiate”.
Così l’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti è intervenuto in merito alle ultime consultazioni regionali i cui risultati hanno comportato, nonostante un significativo distacco tra le due principali coalizioni, una ripartizione dei seggi “che paradossalmente riconosce alla minoranza un numero di consiglieri sovradimensionato rispetto al consenso ricevuto: il 40 per cento dei posti in Consiglio a fronte del 28 per cento dei voti”, ha osservato l’assessore.
La stessa distorsione, come ha spiegato Roberti, è rilevabile non solo a livello di elezioni regionali, ma anche relativamente alla legge che regola il rinnovo dei sindaci e dei Consigli comunali.
“Infatti – ha sottolineato il rappresentante della Giunta -, prendendo ad esempio quanto accaduto a Udine, è successo che il candidato a sindaco più votato sia stato quello uscito sconfitto al ballottaggio. Sia chiaro, il sindaco legittimo è De Toni, al quale auguriamo un proficuo lavoro a favore di tutti i cittadini udinesi. Detto ciò, però, non possiamo nascondere che ci troviamo di fronte all’ennesimo paradosso, con un candidato sindaco, nella fattispecie l’uscente Fontanini, che ha registrato a suo favore 19.524 voti (insufficienti a vincere al primo turno) mentre De Toni, pur prendendone (al ballottaggio) quasi mille in meno, alla fine si è aggiudicato la vittoria”.
Come ha aggiunto Roberti, si tratta di situazioni “oggettive” a seguito delle quali la rappresentanza eletta rischia numericamente di non rispecchiare l’effettivo consenso conferito dagli elettori ai candidati. “Per questo motivo – ha concluso – ritengo più che opportuno iniziare a intraprendere un processo di modifica legislativa che porti al miglioramento dei meccanismi elettorali, affinché la democrazia, rinunciando a incoerenti bizantinismi di contabilità elettorale, coinvolga i cittadini rispettandone appieno la volontà”.
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