Eventi & Cultura
Kleine Berlin, un’installazione di luci e suoni per riflettere sul concetto di confine
Apre “Sot Glas”, opera delle artiste Ana Shametaj e Giuditta Vendrame. Sarà visitabile dall’8 all’11 giugno: «Labirinto fisico, linguistico e musicale»
TRIESTE – Le vicende di un confine tormentato come quello orientale racchiuse in un bunker della Seconda guerra mondiale e raccontate attraverso suoni, silenzi, luci e ombre. E’ l’installazione chiamata Sot Glas (unione del termine friulano sot, sotto, con la parola slovena glas, voce), che sarà visitabile dall’8 all’11 giugno nelle gallerie sotterranee di Kleine Berlin, di fronte al civico 11 di via Fabio Severo, a Trieste.
Mercoledì 7 giugno c’è stata un’anteprima con autorità e stampa, a cui hanno preso parte Giorgio Rossi, assessore a Politiche della Cultura e del Turismo del Comune di Trieste, Nicoletta Romeo, direttrice del Trieste Film Festival. Il progetto è stato commissionato da Fosbury Architecture per il Padiglione Italia della diciottesima Mostra Internazio
Sot Glas è stato ambientato nei cinquecento metri di tunnel di Kleine Berlin con un significato ben preciso: quello di richiamare le atmosfere e le caratteristiche di un luogo oscuro come l’inconscio della storia collettiva delle comunità che hanno vissuto in questa regione di confine. «Un confine doloroso – spiegano le due artiste Shametaj e Vendrame – che allo stesso tempo divide ed è punto di contatto e di contaminazione con altre culture. Oggi la frontiera italo-slovena si manifesta per le comunità di migranti che quotidianamente in auto o a piedi lo attraversano come ultima tappa della rotta balcanica». Sot Glas affronta e interroga la nozione di confine politico guardando alla musica come a uno sconfinamento e a un paesaggio. La drammaturgia sonora reinterpreta i canti popolari transfrontalieri in chiave anti filologica, spaziando da canti di migrazione e abbandono a canti “maccheronici” (in due o più lingue), storicamente non trascritti e archiviati, in quanto considerati pratiche che eludono la costruzione dell’identità nazionale.
Chi avrà modo di visitare l’installazione, quindi, potrà immergersi in tutta una serie di richiami storici, sociologici, emotivi, lasciandosi trasportare dalle sensazioni che i suoni e le luci di Sot Glas rievocheranno in loro. Un vero e proprio «labirinto fisico, linguistico e musicale» destinato a sorprendere, a colpire e soprattutto a restare nella memoria.
«Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto – ha affermato l’assessore Rossi – innanzitutto per giocare di sponda con la Biennale di Venezia, poi perché a proporla sono due giovani artiste, e infine perché si tratta di un’idea originale, che va alla ricerca di canti, culture e tradizioni popolari fondendoli con l’arte. Questo è il percorso che deve fare Trieste – ha aggiunto – prendendo per mano l’apertura dei confini e superando quei conflitti ideologici che ancora esistono. Le nuove generazioni devono essere capaci di fare un passo in avanti andando oltre le fratture della storia e pensare in grande». Romeo ha sottolineato «la capacità delle due artiste di raccontare un mondo difficile, quello di confine, andando oltre ogni tipo di cliché e riuscendo a trasformare un luogo come Kleine Berlin in un prodotto artistico».
L’installazione sarà visitabile da giovedì 8 a domenica 11 giugno, dalle 17 alle 21. L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione al link https://www.eventbrite.it/e/
Il progetto si è sviluppato grazie agli incubatori Kokoschka Revival, Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival, con la coorganizzazione del Comune di Trieste, con la collaborazione di Casa della Musica, Club Alpinistico Triestino, e con il sostegno di Regione Friuli Venezia Giulia, Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, Ambasciata della Repubblica d’Albania in Italia, Creative Industries Fund NL, Inps – Fondo PSMSAD, Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali, Fondazione Pietro Pittini, Opificio Neirami.
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