Cronaca & Attualità
Cultura, Anzil: «La storia insegna a non ripetere le tragedie del passato»
Illustrato il progetto Museo regionale della Resistenza, nell’ex caserma Piave
PALMANOVA – “Apprezzo il lavoro svolto dall’Amministrazione comunale di Palmanova e le considerazione emerse nella giornata odierna, che aiutano a far comprendere ancora meglio il percorso in atto per la realizzazione del Museo regionale della Resistenza nell’ex caserma Piave e la sua portata. Sono convinto che su alcuni argomenti non ci debbano essere divisioni determinate da visioni politiche, anche se legittimamente diverse, e questo progetto museale lo insegna. Ad immaginarlo fu, infatti, Alcide Muradore appartenente al Movimento sociale e ad Alleanza nazionale quando ricoprì la caria di sindaco circa 20 anni fa”. Lo ha detto il vicegovernatore con delega alla Cultura Mario
Anzil durante la vista alle celle dell’ex caserma Piave di Palmanova e in occasione del successivo incontro nella polveriera Garzon, dove è stato illustrato il progetto di fattibilità tecnico economica dei lavori di restauro dell’ex caserma veneta Piave, finalizzato alla realizzazione del Museo regionale della Resistenza alla presenza, tra gli altri, del sindaco della città stellata Giuseppe Tellini.
“La teoria dei corsi e dei ricorsi storici di Vico – ha sottolineato Anzil – non tiene conto della volontà delle persone che sono artefici del proprio destino e possono anche modificare alcuni cicli, soprattutto se consapevoli di una memoria storica che ci dovrebbe indurre a non ripetere più le tragedie del passato. Ben vengano, quindi, iniziative capaci di contribuire a renderci maggiormente consci degli esempi della storia affinché si possa prevenire il ripetersi di cicli negativi”.
“La visita alle celle è stata particolarmente toccante – ha aggiunto Anzil -; la testimonianza diretta della storia ha una forza comunicativa maggiore rispetto alla semplice lettura sui libri e mostra con più vigore la possibilità dell’uomo di essere artefice del proprio destino evitando con le proprie azioni le aberrazioni del passato”. Durante la visita alle celle si è data lettura anche di alcuni scritti con le testimonianze delle torture e della morte dei prigionieri, tra questi Silvio Marcuzzi (nome di battaglia Montes) Medaglia d’oro della Resistenza e Mario Modotti (nome di battaglia Tribuno) Medaglia d’argento al valor militare.
Il Comune di Palmanova ha da tempo avviato un percorso per la realizzazione del Museo che possa restituire l’importanza storica di quello che fu uno dei principali centri di repressione antipartigiana, nel più ampio contesto delle complesse vicende del confine orientale durante la Seconda guerra mondiale. L’iter è iniziato con il sindaco Muradore (2002-2006) ed è proseguito fino ad oggi con tappe importanti nel 2021, con la nomina di una commissione scientifica e l’incarico allo studio Tortelli Frassoni architetti associati per la realizzazione dello studio
di fattibilità. Attualmente il Comune dispone di circa 450mila euro di risorse, la gran parte fondi regionali e la restante parte comunali.
L’edificio della ex caserma veneta Piave fu tra i principali centri di repressione antipartigiana tra il 1944 e il 1945. Secondo i dati emersi nel processo celebrato nell’ottobre 1946 dalla Corte d’Assise straordinaria di Udine, a carico della ‘banda Ruggiero’ appaiono i nomi di 543 detenuti tra uomini e donne, e 231 segnalati come morti ‘per tentata fuga’. A costoro vanno aggiunti i 234 torturati e trucidati da parte della ‘banda Borsatti’. Si tratta comunque di cifre riduttive, in quanto molti dei trucidati non erano stati registrati e quindi non identificabili.
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