Cronaca & Attualità
Commemorazione di Gonars, ribadita la necessità di chiedere pace e dialogo con fermezza
Reso omaggio al sacrificio di quasi cinquecento internati sloveni e croati morti nel campo di concentramento del piccolo paese friulano, tra il 1941 e il 1943
GONARS – “È tempo che le commemorazioni delle tragedie del Novecento spronino le autorità di ogni Paese democratico ad agire concretamente per una nuova e duratura pace”. Lo affermano in una nota i consiglieri regionali Francesco Martines e Massimiliano Pozzo (Pd) con Serena Pellegrino (Avs), dopo aver preso parte alla cerimonia commemorativa presso il sacrario di Gonars.
“La memoria e la pietas oggi hanno accomunato tutte le forze politiche regionali attorno al monumento del cimitero di Gonars – rifletono gli esponenti del Centrosinistra – per rendere omaggio al sacrificio di quasi cinquecento internati sloveni e croati morti nel campo di concentramento del piccolo paese friulano, tra il 1941 e il 1943, vittime di un fascismo imperialista, violento e antidemocratico. Donne, bambini e uomini che perirono di fame e di stenti, rinchiusi in un campo di concentramento mentre l’esercito fascista italiano, con la sua politica imperialista, si macchiava di crimini di guerra contro la popolazione nella Provincia italiana di Lubiana”.
“Gonars e Visco, due paesi simboli accomunati dalle stesse tragedie e poi la ex caserma Piave di Palmanova, uno dei quattro centri di repressione antipartigiana del Friuli – dicono i tre consiglieri regionali -, sono tutti luoghi della memoria dove il fascismo aggressivo e asservito all’occupante nazista ha lasciato segni indelebili di crudeltà e miseria umana”.
“Oggi abbiamo bisogno delle medesima trasversalità per evitare la nascita di forme nuove di nazionalismo, razzismo, irredentismo, e abbiamo l’urgente necessità di non cadere nel facile tranello delle giustificazioni. Non ci sono ragioni che giustifichino guerra, massacri, violazioni dei diritti umani di popolazioni civili inermi. La guerra in Ucraina, il criminale massacro di israeliani da parte di Hamas e la reazione bellica ritorsiva voluta dalle autorità israeliane sui campi profughi di Gaza – concludono Martines, Pozzo e Pellegrino -, vanno rigettate con la medesima fermezza. La fermezza della pace e del dialogo. È necessario superare l’ideologia della contrapposizione con la ragione limpida dei diritti universali”.
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