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Salute, Riccardi: “Lo studio sulle morti cardiache under 50 è modello da replicare”

Presentati i risultati del Registro dei decessi improvvisi dei giovani. Confermate in stabilità le risorse per il progetto

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TRIESTE – “Nel ringraziarvi di aver portato avanti questo importante progetto colgo l’occasione per confermare che nella legge di Stabilità in via di approvazione in Consiglio regionale sono previste le risorse adeguate per continuare questa preziosa esperienza di analisi e di prevenzione nell’interesse di tutta la comunità del Friuli Venezia Giulia”.  Lo detto oggi a Trieste l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi durante la presentazione dei risultati del primo triennio di attività del Registro Fvg – istituito da una legge regionale – delle morti cardiache improvvise in età giovanile.
Si tratta di un’iniziativa supportata dalla collaborazione tra il Dipartimento di Cardiologia dell’Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, le istituzioni del territorio e la Procura della Repubblica, che si concretizza nella creazione di una rete di professionisti impegnati nella caratterizzazione e nella prevenzione di eventi fatali improvvisi connessi a patologie del cuore a potenziale trasmissione ereditaria.

Come ha spiegato l’esponente della Giunta regionale, siamo di fronte a un modello virtuoso da replicare auspicabilmente anche in altri ambiti della medicina, “perché è diventato sempre più decisivo avere a disposizione dei dati da elaborare al fine di assumere in tempi adeguati le migliori decisioni sia in campo clinico che organizzativo”.
L’assessore ha sottolineato inoltre la metodologia operativa multidisciplinare adottata in questo progetto come esempio di best practice, anche in questo caso declinabile in altri campi della ricerca medica.
“La finalità – ha ribadito Riccardi – è quella di prevenire questi eventi infausti partendo dal confronto e dalla formazione, sviluppando nuove conoscenze fondate su elementi e dati raccolti. Parallelamente è necessario che il sistema sanitario sia capace di applicare con efficacia le azioni necessarie, sulla base dei risultati di queste analisi. Ed è quest’ultima la sfida più difficile: essere in grado di introdurre in tempi rapidi dei cambiamenti essenziali per adeguare la struttura pubblica della salute alle innovazioni e alle scoperte dalla ricerca”.

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