Cronaca & Attualità
Nuovo ponte sul torrente Miozza per unire le frazioni di Cella e Agrons
Riccardi: “Oggi è fondamentale preservare il nostro territorio, rispettando l’ambiente, migliorando le strutture già esistenti e garantendo la massima sicurezza alle persone”
OVARO – “Per l’amministrazione regionale è essenziale migliorare le condizioni di vita di ogni comunità del Friuli Venezia Giulia. Per questo negli ultimi anni, grazie allo sforzo costante della Protezione civile, abbiamo aperto tantissimi cantieri. Solo per Vaia sono stati 1247. Piccole opere che però non sono affatto opere piccole proprio perché toccano da vicino la quotidiana dei nostri cittadini. È il caso emblematico dell’intervento che ha portato all’innalzamento e all’allargamento del ponte sul torrente Miozza che consente il collegamento delle frazioni di Cella e Agrons nel Comune di Ovaro. Oggi è fondamentale preservare il nostro territorio, rispettando l’ambiente, migliorando le strutture già esistenti e garantendo la massima sicurezza alle persone”. Lo ha affermato l’assessore alla Protezione civile Riccardo Riccardi che oggi è intervenuto all’inaugurazione del nuovo manufatto. Un intervento ultimato in tempi record grazie alle risorse del Pnrr.
Il torrente Miozza produce una quantità molto rilevante di detriti che vengono trascinati a valle. In precedenza tutto questo materiale ha spesso ostruito completamente l’arcata del ponte, provocando esondazioni che hanno finito per mettere in forte difficoltà la viabilità e le popolazioni residenti in questa parte della Carnia a forte rischio idrogeologico.
“L’equilibrio del nostro territorio è molto fragile anche perché gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti. Senza la realizzazione di opere di questa portata – ha sottolineato Riccardi – ci troveremmo certamente in una condizione di maggiore preoccupazione”.
“Per queste motivazioni come Amministrazione regionale continueremo a investire per la tutela del territorio. Si tratta per noi di una condizione imprescindibile per contrastare lo spopolamento della montagna, assicurando quei servizi e quelle infrastrutture necessarie a migliorare la qualità della vita di chi vive lontano dai centri urbani”.
Nel corso dell’inaugurazione è stato ricordato che, dopo la demolizione del vecchio ponte, è stato costruito un manufatto con travi in acciaio e spalle in cemento armato dotato di rifiniture perfettamente inserite nel paesaggio montano.
Inoltre lo spazio per il passaggio dei detriti è passato da 17 a 25 metri di larghezza, mentre l’intera struttura è stata alzata di 1,5 metri.
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