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Giorno del ricordo, Fedriga: «Futuro di pace solo tramandando la verità dei fatti»

Alle cerimonia presente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni

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Massimiliano Fedriga e Giorgia Meloni a Basovizza
Il governatore Fedriga insieme al presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla cerimonia per il Giorno del ricordo a Basovizza

BASOVIZZA – “Dopo le importanti parole espresse ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presenza qui oggi alla Foiba di Basovizza del premier Giorgia Meloni e di altri ministri è la testimonianza concreta della vicinanza a una terra e a una comunità che ha vissuto drammi per troppo tempo dimenticati. Queste occasioni sono fondamentali per proseguire con convinzione lungo quel processo, già fortemente strutturato, di pacificazione. Abbiamo bisogno di queste testimonianze di verità che devono essere raccontate sempre più diffusamente soprattutto nelle scuole e ai giovani”. Lo ha affermato oggi il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga durante la cerimonia solenne per il Giorno del Ricordo che, come di consueto, si è tenuta davanti al monumento nazionale della Foiba di Basovizza.

“Troppo a lungo è stato dimenticato il sangue che ha intriso questa terra – ha rimarcato Fedriga nel suo intervento -. Questi momenti sono pertanto indispensabili non solo per commemorare le persone uccise, quelle perseguitate e chi è stato costretto a lasciare la propria casa, ma soprattutto per costruire un futuro di pace nella condivisione delle verità dei fatti”.

“Il nostro futuro, così come quello dell’Italia e dell’Europa, può essere costruito solo sulla verità – ha ribadito ancora il governatore -. È grave la responsabilità di chi ancora oggi vuole negare le sofferenze e le persecuzioni subite non solo dagli italiani”. Nel ringraziare il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri e tutte le autorità civili, militari e religiose presenti, il governatore Fedriga ha sottolineato la valenza della trasmissione della conoscenza della storia.

“Non diamo per scontato quanto qui accaduto – ha concluso -. Molti giovani continuano a non conoscere che cosa sia successo lungo il confine orientale dell’Italia, le brutali uccisioni nelle foibe e le vicende, spesso drammatiche, dei nostri esuli”.

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