Economia & Lavoro
Ripartenza delle nuove partite Iva in Fvg: nel 2023 più 3,3%
Indagine Ires su dati Mef. A livello territoriale solo le ex province di Udine e Pordenone hanno evidenziato degli aumenti (rispettivamente +4,8% e +6%)
TRIESTE – Nel 2023 in Friuli Venezia Giulia sono state aperte 8.329 nuove partite Iva, 269 in più rispetto all’anno precedente (+3,3%); si tratta di uno degli incrementi più accentuati tra le regioni (dopo valle d’Aosta +6,2% e Lombardia +5,3%), la variazione complessiva nazionale è invece negativa (-1,9%). Lo rende noto il ricercatore dell’Ires Fvg Alessandro Russo che ha rielaborati dati del ministero dell’Economia e delle Finanze.
A livello territoriale solo le ex province di Udine e Pordenone hanno evidenziato degli aumenti (rispettivamente +4,8% e +6%); l’area giuliana e quella isontina registrano delle, seppur minime, flessioni (-0,2% e -1,1%). In base ai dati illustrati si può desumere che, dopo due anni eccezionali, il 2020 condizionato dalla pandemia e il 2021 dalla anomala dinamica della provincia di Gorizia (+286%, dovuto esclusivamente al settore del commercio online), il numero di nuove aperture in regione si sia nuovamente assestato su livelli più in linea con quelli del precedente triennio 2017-2019.
In crescita solo le aperture da parte di persone fisiche
L’aumento registrato nel 2023 in Fvg ha riguardato unicamente le persone fisiche (+404 unità, pari a +6,6%); queste ultime comprendono sia le ditte individuali, sia i lavoratori autonomi (inclusi i liberi professionisti), e costituiscono il 78% del totale. Per quanto riguarda le persone fisiche, nel 2023 l’incremento ha interessato gli uomini e le donne sostanzialmente in egual misura (rispettivamente +6,7% e +6,5%).
La dinamica positiva di maggiore entità, inoltre, è stata quella delle persone comprese nella fascia tra 51 e 65 anni (+12,1%), mentre risultano in diminuzione le aperture degli over 65 (-21,6%). Si può inoltre osservare che, negli ultimi anni, la quota di aperture effettuate da under 35 è tornata a crescere dopo il calo del periodo 2015-2016, sfiorando il 50% del totale nel biennio 2022-2023. Tale andamento è stato favorito dalla possibilità di aderire al regime forfetario che, nel periodo 2022-2023, a livello nazionale ha riguardato quasi la metà delle nuove aperture. Sempre nell’ambito delle sole persone fisiche, si può inoltre osservare che il 25% delle nuove partite Iva è stato avviato da un soggetto nato all’estero (1.631 su 6.488), in prevalenza in un Paese europeo non comunitario (579 aperture).
Le tendenze settoriali
Il settore delle attività professionali scientifiche e tecniche si conferma quello in cui più frequentemente prendono avvio i percorsi di lavoro autonomo o imprenditoriale (1.578 nel 2023 in regione); il comparto comprende sia le libere professioni (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, ecc.), sia quelle attività non regolamentate da ordini professionali (pubbliche relazioni e comunicazione, consulenza gestionale, collaudi e analisi tecniche, pubblicità e ricerche di mercato, ecc.).
Rispetto all’anno precedente si rileva un significativo calo nelle costruzioni (-9,2%, pari a 100 aperture in meno), dopo l’espansione rilevata nel biennio precedente (da 767 nel 2020 a 1.091 nel 2022) grazie ai notevoli incentivi che hanno interessato l’edilizia. L’agricoltura presenta una lieve flessione (-2%), dopo il vero e proprio crollo dell’anno precedente (-310 unità, pari a -32,2%), toccando il valore minimo dal 2011 a oggi.
Il comparto che comprende i servizi di alloggio e ristorazione, dopo l’intensa diminuzione causata dall’emergenza sanitaria, mostra un recupero negli ultimi anni, anche se i valori pre-pandemici sono ancora lontani (531 aperture in regione nel 2023, contro le 683 del 2019). Da segnalare, infine, l’impennata nell’ambito dell’istruzione, pari a +70% in un solo anno (da 213 a 363 aperture).
Nota metodologica
I dati statistici relativi alle aperture delle nuove partite Iva di imprese e professionisti sono quelli comunicati all’Amministrazione Finanziaria e memorizzati nelle banche dati dell’Anagrafe Tributaria. Si ricorda che le informazioni riguardanti le chiusure non vengono pubblicate perché non significative da un punto di vista economico, in quanto al momento della cessazione dell’attività spesso i contribuenti non adempiono all’obbligo di chiusura della partita Iva.
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