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Teatri Stabil Furlan chiude una stagione costellata di successi

Un’offerta ad ampio raggio, con spettacoli per tutti i gusti e le sensibilità, che è stata premiata dagli spettatori

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Se vivro dovro pure tornare (© Glauco Comoretto 6 TSF)
Se vivro dovro pure tornare (© Glauco Comoretto 6 TSF)

Si è chiusa la terza stagione del Teatri Stabil Furlan. Un calendario che ha visto una grande varietà di proposte artistiche, ciascuna con precise peculiarità. Ad aprire il cartellone è stato il concerto vocale del gruppo ‘Anutis’ “Memoria. Cantata a Pier Paolo Pasolini”; seguito dalla nuova produzione di TSF, omaggio vero e sentito a Renato Appi realizzato dal nipote Andrea, “Dio potente”; è stata quindi la volta di “Ce crodistu di fâ!?”, altra produzione del TSF, una trasposizione in friulano di una pièce in frisone con in scena Federico Scridel e Carla Manzon; e di “De emigrant / L’emigrant”, spettacolo in lingua frisona con sovratitoli in friulano.

Novità assoluta è stata la messa in scena di “Se vivrò dovrò pure tornare”, drammaturgia originale di Lisa Moras al Museo Etnografico. In chiusura, “Dopo la pioggia – Daspò de ploe”, di Aida Talliente e Chiara Benedetti; e “La vaga grazia” di Eva Geatti.

«È stata una stagione piena di soddisfazioni – ha sottolineato il presidente di TSF, Lorenzo Zanon -. A cominciare dalla collaborazione con la Frisia che ci ha consentito di ospitare ben due loro spettacoli, di cui uno interamente tradotto in friulano. Fra i nostri mandati istituzionali c’è infatti la collaborazione con le altre minoranze linguistiche, come quella maturata lo scorso anno con il Teatro Stabile Sloveno. Ricordo anche il grande successo di “Se vivrò dovrò pure tornare”, ospitato per la prima volta dal Museo Etnografico. Ma in questa stagione siamo pure riusciti a portare al Teatro dell’Elfo di Milano, ‘Rosada!’, una produzione che abbiamo realizzato in collaborazione con ARLeF e Mittelfest e che ha fatto il “tutto esaurito”, dimostrazione che è assolutamente possibile portare fuori dai confini del Friuli, e forse non solo in Italia, produzioni in lingua friulana, se di qualità».

Risultati frutto di una precisa visione del teatro friulano, come ha chiarito il direttore artistico di TSF, Massimo Somaglino: «Nell’immaginario comune il teatro in friulano deve parlare solo di tradizione. Quest’anno, ancor di più delle passate stagioni, abbiamo dimostrato che non è così. Anche il teatro in friulano può e deve declinarsi in mille teatri diversi, dando spazio alla ricerca, all’animazione, al teatro ragazzi, alla nuova drammaturgia. Un’evoluzione non solo possibile, ma che è già in atto. Con le proposte fatte abbiamo cercato di aprirci a 360 gradi, invitando anche artisti friulani che generalmente si esibiscono solo fuori regione e abitando spazi non consueti. Abbiamo avanzato un’offerta a vasto raggio. Smarcandoci, un po’ anche per necessità, da dinamiche consolidate ma antiche (come quella dell’abbonamento) e offrendo spettacoli per tutti i gusti e le sensibilità. Una scelta apprezzata dal pubblico che ci ha premiato con la sua presenza».

Un’attività, quella del Teatri Stabil Furlan, che non si esaurisce con le produzioni e la stagione teatrale ma che prosegue con numerose attività “collaterali” come pubblicazioni e convegni, il prossimo è in programma il 3 aprile, in occasione de Fieste de Patrie dal Friûl, e si intitolerà “Fantats, infants e zovenutis – Teatri pes gnovis gjenerazions e lenghis minorizadis”.

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