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Il Friuli dice addio a Piero Pittaro, “maestro” del vino

Grande il cordoglio della politica, dal presidente Massimiliano Fedriga al presidente del consiglio regionale Mauro Bordin

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Piero Pittaro
Piero Pittaro

E’ morto Piero Pittaro, decano dei viticoltori friulani. Aveva 89 anni. Pittaro, personalità di spicco nel campo enologico internazionale, discende da una famiglia di vignaioli con alle spalle ben quattro secoli di storia. L’azienda è stata fondata negli anni ’70 e dei quasi 90 ettari coltivati a vigneto 85 si trovano nel cuore dell’assolata pianura friulana mentre i rimanenti sulle splendide colline di Ramandolo. Il centro aziendale è situato a Codroipo, nel cuore delle Grave del Friuli. Qui vengono prodotti e affinati i vini bianchi e rossi.

Ecco come lo stesso Pittaro raccontava il suo arrivo a Codroipo: «Quando, agli inizi degli anni ’70 dissodai queste terre aride, sassose, piene di piste in calcestruzzo che i tedeschi avevano costruito nel 1943, pur non disponendo più di aeroplani pensavo: qui farò una cantina, calata nel territorio, senza violenza architettonica. Peccato che nessuno nei secoli abbia pensato di fare un castello, una villa gentilizia, un qualcosa da conservare nei secoli. Ma qui non c’era nulla. Terra bruciata nelle torride estati. Pochi carretti di fieno. Non c’era acqua, l’irrigazione era praticamente sconosciuta. Avevo dei dubbi anch’io sulla riuscita di un vigneto. Poi visitai i vigneti sul fiume Meduna, coraggiosamente portati alla vite dal lungimirante barone De Pauli. Sassi, sassi, ancora sassi, ma l’acqua sempre a portata di mano. Stava lì, a pochi metri di profondità, bastava pomparla in superficie”.

“Devo solo copiare pensai. Fammi povera, diceva la vite, e ti darò buon vino. Tentai, ci riuscii, fu un successo.Cominciai allora, in quegli anni difficili ma entusiasmanti, quando costruivi e producevi, non solo per te, ma per far ricrescere la tua Regione, la tua Patria, la tua Società. Il mondo stava cambiando rapidissimamente. Ciò che non è successo nei millenni di storia precedente dell’intero mondo stava succedendo ora. Il vino, conosciuto solo come bianco e nero, acetoso da marzo in poi, cominciava, con la mia generazione a prendere il fascino di qualità e di immagine che tutti noi ora conosciamo. Già i sogni erano questi ma la realizzazione del sogno è un’altra cosa».

Grande il cordoglio della politica, dal presidente Massimiliano Fedriga al presidente del consiglio regionale Mauro Bordin. «Con Pietro Pittaro se ne va un grande vignaiuolo, che ha portato lustro al Friuli Venezia Giulia, attraverso un’attività infaticabile e preziosa, con quale ha conseguito il riconoscimento di eccellenza nel mondo del vino e una nitida affermazione imprenditoriale. Ma anche un friulano orgoglioso della sua terra e delle sue tradizioni, che ha valorizzato nel suo mandato da presidente dell’Ente Friuli nel mondo». Sono parole del governatore Massimiliano Fedriga.

Questo il commento di Bordin «Amava definirsi ‘un sempliç contadin di Codroip’, ovvero un semplice contadino di Codroipo, ma tutti sappiamo – evidenzia – che Pittaro era molto di più. Era soprattutto un amante delle proprie origini, che saranno anche state semplici, ma non gli hanno impedito di raggiungere livelli internazionali incluse una laurea honoris causa in Scienze ed economia aziendale, nonché una nomina a Grande Ufficiale della Repubblica italiana e quella di Cavaliere al merito agricolo della Repubblica francese».

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