Eventi & Cultura
Svelata l’edizione numero 26 del Far East Film Festival
Nuovi narratori e nuove narrazioni: 74 titoli, 11 paesi, 15 world premiere
UDINE – Ci sono molti modi per iniziare un racconto. E il racconto del Far East Film Festival 26 inizia parlando il linguaggio dei numeri. Quest’anno la community fareastiana potrà ammirare 75 film (47 in concorso, 28 fuori concorso) provenienti da 11 paesi. Più esattamente, 15 world premiere (incluse quelle dei classici restaurati), 24 anteprime internazionali, 19 anteprime europee e 13 anteprime italiane.
Sul fronte degli accrediti, restando in tema di numeri, è stata registrata una crescita del 24% rispetto al 2023: la cifra complessiva, al momento, è di 1228 unità. Oltre 250, infine, sono le richieste ricevute dagli studenti di cinema provenienti dalle Università di mezzo mondo (si spazia dall’Italia al Regno Unito, dall’Austria alla Slovacchia, passando per Singapore e l’Ungheria), a dimostrazione di quanto sia alta la soglia di attenzione anche da parte dei fareastiani più giovani.
Ci sono molti modi per iniziare un racconto, così come ci sono molti modi per raccontare una storia. E la storia del Far East Film Festival 26 è rappresentata dall’immagine che porta la firma del graphic designer Roberto Rosolin. Ed eccoci invitati a camminare dentro una città. Piccola o grande non importa: può essere Hong Kong, può essere un puntino sulla mappa del Sudest asiatico. Eccoci invitati a camminare, sfiorando lentamente con lo sguardo le finestre delle case e dei palazzi. Ogni finestra contiene una vita, ogni vita contiene una storia. Piccola o grande non importa. Perché tutte le storie aspettano solo di essere raccontate, ascoltate, condivise…
Il desiderio (ma anche la curiosità, la necessità, l’obiettivo) di cercare nuove narrazioni e nuovi narratori è il cuore pulsante del FEFF. Non solo della ventiseiesima edizione, dove saranno testimoniati gli orizzonti attuali del cinema asiatico e, ancora una volta, ne saranno testimoniati i cambiamenti, ma del FEFF nella sua interezza. Uno sguardo spalancato sull’Estremo Oriente che, dal 1999, si misura con i fronti della diversità e della distanza, oltrepassandoli, e con tutte le declinazioni dell’aggettivo “inspiring”, non smettendo mai di approfondirle.
Se, lo scorso anno, il festival ha documentato le conseguenze culturali e commerciali post-pandemiche, disegnando una mappa che toccava 14 paesi dell’Asia, quest’anno documenterà i segnali di un’industria generalmente in ripresa, in movimento, animata da espressioni artistiche e da artisti che spesso rappresentano (e simboleggiano) una cesura tra “prima” e “dopo”. Molti giovani registi, per esempio, stanno portando nelle sale una nuova poetica, una nuova visione, raccontando storie locali capaci di parlare a un pubblico globale. E il pubblico (globale) del FEFF, ne siamo certi, è già pronto ad ascoltarle.
COME DOVE QUANDO. Atteso a Udine dal 24 aprile al 2 maggio, nel quartier generale storico del Teatro Nuovo e negli spazi del Visionario, il Far East Film Festival 26 darà vita a una full immersion lunga 9 giorni (proiezioni dalla mattina alla sera, talk, rassegna stampa live quotidiana, dive e divi che sfilano sul red carpet, senza ovviamente dimenticare gli itinerari industry di Focus Asia, gli itinerari giornalistici di Bambù, gli itinerari didattici del FEFF Campus) e colorerà d’Asia il cuore della città (sono oltre 100 gli eventi tematici in programma). Una vera e propria festa del cinema che trova specchio nelle parole dei main sponsor, Credifriuli e Amga Energia & Servizi.
«Siamo lieti di confermare il nostro sostegno al Far East Film Festival anche quest’anno – sono parole di Luciano Sartoretti, presidente di Credifriuli – come abbiamo fatto negli ultimi 11 anni. Crediamo fermamente che questa manifestazione sia motivo di orgoglio per Udine, la città in cui abbiamo sede e dove abbiamo recentemente aperto una nuova filiale della nostra banca. Il festival porta con sé una ricchezza di cultura e arte, trasformando Udine in un autentico crocevia asiatico, arricchendo la nostra comunità con suoni, colori e musica dell’Estremo Oriente».
Commenta Albino Belli, direttore di EstEnergy: «Anche quest’anno, con il marchio Amga Energia & Servizi, sosteniamo ‘con energia’ il FEFF, sempre attesissimo da pubblico ed esperti del settore, e offriamo a ospiti e protagonisti del festival la possibilità di muoversi in modo sostenibile, grazie alle nostre auto elettriche brandizzate, ricaricabili in modo semplice e veloce nell’area parcheggio del Teatro Nuovo e in tutti i punti Hera Ricarica della città. La mobilità elettrica, l’energia verde, il fotovoltaico fanno parte di un insieme di soluzioni per vivere concretamente ogni giorno l’economia circolare e rappresentano un nuovo modello di benessere sostenibile che Hera vuole sviluppare e promuovere in tutti i propri ambiti di azione, come ben sintetizza il claim del Gruppo: ‘Con le tue scelte e le nostre soluzioni, è incredibile quello che possiamo fare insieme’».
ZHANG YIMOU – UNA LEGGENDA A UDINE. Parlare di lui significa parlare di una leggenda. Parlare di lui significa parlare di due Leoni a Venezia, di un Orso a Berlino, di un Grand Prix a Cannes, di tre candidature agli Oscar (e potremmo continuare a lungo). Parlare di lui significa parlare del gigante che giovedì 2 maggio, sul palco del Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”, il Far East Film Festival 26 premierà con il Gelso d’Oro alla Carriera: Zhang Yimou!
«Per noi – dicono di Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, responsabili del FEFF – il cinema di Zhang Yimou non rappresenta semplicemente uno spazio in cui convergono arte, bellezza e grandezza: per noi rappresenta due punti di svolta assolutamente fondamentali. Il primo è quello di averci spalancato gli occhi sulle meraviglie cinematografiche della Cina continentale quando eravamo poco più che ragazzi. Il secondo è quello di essere stato una delle scintille, una delle urgenze, dalle quali ha poi ha preso vita il nostro festival! Ecco perché consegnare il Gelso d’Oro a Zhang Yimou rappresenta qualcosa che va oltre le motivazioni più evidenti: è il nostro modo per dirgli “Grazie, maestro” e per restituirgli, simbolicamente, tutto quello che ci ha dato».
Nome di punta della “Quinta Generazione”, celebre fucina creativa che rivoluzionò l’estetica degli anni Ottanta cinesi, Zhang Yimou ha sempre portato avanti una visione libera e totale del cinema, trovando nella spinta al cambiamento il proprio segno di continuità. Un cinema che, senza mai rinunciare all’essenza d’autore e allo spessore tematico, ha voluto e saputo misurarsi con i linguaggi più diversi, ha voluto e saputo esprimersi attraverso i generi e, soprattutto, attraverso il superamento dei generi: dal dramma rurale al wuxia, dal thriller in costume al kolossal high budget. Un cinema dove le storie individuali sono state, sono e saranno specchio (culturale, etico, politico) della storia collettiva.
Il FEFF, nel corso del tempo, ha descritto più volte le sfumature dello sguardo di Zhang Yimou (sullo schermo di Udine ricordiamo Sorgo rosso, Under the Hawthorn Moon, Cliff Walkers, Full River Red) e quest’anno lo farà presentando tre titoli: il thriller Under the Light e le versioni restaurate di Vivere! e di Lanterne rosse (la proiezione speciale di Vivere! aprirà la Closing Night, subito dopo la cerimonia di consegna del Gelso d’Oro). Zhang Yimou sarà inoltre protagonista di una masterclass mercoledì 1° maggio.
I CINQUE CAPOLAVORI DI CHIU FU-SHENG. Cos’hanno in comune The Mission di Johnnie To, Vivere! e Lanterne rosse di Zhang Yimou, Il maestro burattinaio e Città dolente di Hou Hsiao-Hsien, oltre al fatto di essere i cinque capolavori che tutti conosciamo? Hanno in comune un produttore assolutamente leggendario come il taiwanese Chiu Fu-sheng, figura unica nel panorama del cinema asiatico del secolo scorso, e anche il fatto di essere ormai introvabili da interi decenni. Cinque capolavori che l’Occidente ha premiato e venerato (pensiamo al Leone d’Oro per Città dolente, al Leone d’Argento per Lanterne rosse o alla marcia trionfale di Vivere! a Cannes). Ed è qui che entra in gioco il Far East Film Festival: se Chiu Fu-sheng ha deciso di restaurare i cinque i titoli, partendo dai negativi originali, sarà infatti il FEFF 26 a presentare in world premiere Vivere! e Lanterne rosse.
La notizia è stata annunciata ufficialmente da Chiu Fu-sheng nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Taiwan lo scorso luglio e che ha visto partecipare Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche, profondissimi estimatori del suo talento e del suo lavoro.
Sempre durante la conferenza stampa, Baracetti e Bertacche hanno anticipato un’altra notizia con la N maiuscola: la consegna del Gelso d’Oro alla Carriera allo stesso Chiu Fu-sheng. Consegna che avverrà sul palco del Teatro Nuovo durante il FEFF 26.
OPENING NIGHT. L’Opening Night di mercoledì 24 aprile viaggerà tra la Cina e la Corea del Sud con due anteprime internazionali. Il compito di aprire il sipario toccherà a YOLO, il campione d’incassi che porta la firma della famosa attrice comica Jia Ling (qui impegnata nel doppio ruolo di regista e di protagonista). È l’adattamento del cult giapponese 100 Yen Love, applaudito al FEFF nel 2015, e ruota attorno a una donna che, in modo del tutto inatteso, darà una svolta alla propria vita indossando i guantoni da boxe. Il secondo titolo della serata, Citizen of a Kind della regista Park Young-ju, è invece un’irresistibile action comedy che ruota attorno a una mamma single, disoccupata e vittima di fishing. Riuscirà la nostra non fortunatissima eroina, spalleggiata da un gruppo di amici, a inceppare gli ingranaggi di una pericolosa organizzazione criminale?
L’ONDA GIOVANE DELL’ASIA. Abbiamo parlato di nuove narrazioni e di nuovi narratori. E l’onda giovane dell’Asia, giovane anagraficamente ma non solo anagraficamente, vede in prima linea Nick Cheuk: classe 1988, gavetta d’alta scuola con Dante Lam e Wilson Yip. La sua opera prima, Time Still Turns the Pages, rappresenta il coronamento di un sogno e racconta di quanto sia difficile per un bambino affrontare la competizione in famiglia, a scuola, nella vita. Il film fa parte della sezione Making Waves, organizzata dal FEFF con il Governo di Hong Kong (CreateHK), ed è uscito in patria lo scorso novembre diventando subito un caso: il pubblico lo ha letteralmente adorato, rispecchiandosi nelle feroci dinamiche sociali delle megalopoli asiatiche.
È una giovane autrice anche Zhang Yudi, che vive a Pechino, ha studiato negli Stati Uniti e scrive e dirige assieme a un team di sole donne. The Midsummer’s Voice è un film dove si racconta, delicatamente, la storia di un ragazzino innamorato dell’opera cinese. Lui non è diverso dai suoi coetanei, ama anche la techno, ma si trova presto a fare i conti con il primissimo segno dell’adolescenza: il suo falsetto inizia a scomparire piano piano, la sua voce inizia a cambiare, e prima di capire come affrontare nuovamente il canto… dovrà capire come affrontare la propria sessualità. Un racconto di formazione davvero unico!
Punta invece sui colori dei sentimenti e della nostalgia il romantic drama 18×2 Beyond Youthful Days, sorprendente coproduzione fra Taiwan e Giappone. Il ruolo principale è stato affidato a qualcuno che tutti i fareastiani conoscono bene: Greg Hsu, che dopo l’esilarante ghost comedy Merry My Dead Body (vista a Udine l’anno scorso) è diventato una vera star. Qui, Greg interpreta il suo personaggio due volte: prima a 18 anni e poi a 36! E non si può fare altro che rimanere catturati dall’autenticità e dalla profondità di un amore adolescenziale capace di rimanere intatto nell’arco del tempo…
A proposito di sentimenti, strizza l’occhio a tanto cinema francese l’opera prima Mimang del coreano Kim Tae-yang: i dialoghi e le battute rendono le strade di Seoul romantiche quasi quanto le strade di Parigi! C’è ben poco romanticismo, invece, nel futuro distopico di Motion Picture: Choke, il primo (e unico) film muto giapponese di fantascienza prodotto finora! Non ci troviamo sulle strade polverose di Mad Max e non ci troviamo nemmeno nell’età della pietra: semplicemente, non esistono più la civiltà e il linguaggio umano. La protagonista, vestita come Wilma dei Flintstones, è Wada Misa e sarà ospite del FEFF: una veterana del cinema indipendente che, con la sua interpretazione eccezionale, riesce a divertire il pubblico e a farlo rabbrividire senza pronunciare una sola parola!
DA SEOUL A HONG KONG, DA TOKYO A MANILA. Com’è successo in Italia con la micidiale sequenza Barbie-Oppenheimer-C’è ancora domani, il cinema ha bisogno di grandi incassi per lasciarsi dietro le spalle l’incubo della pandemia. Emblematico, in questo senso, il caso della Corea del Sud. Nonostante un pessimismo che sfiorava il disfattismo, ha portato due titoli a superare i 10 milioni di spettatori (e il prossimo successo sarà The Roundup: The Punishment, di cui parleremo dopo): 12.12: The Day di Kim Sung-su, thriller politico ambientato sullo sfondo del golpe militare del 1979, e un eccezionale horror con demoni, Exhuma, interpretato dal grandissimo Choi Min-sik di Old Boy. Entrambi i film saranno presentati al FEFF e al FEFF ritorneranno anche entrambi i registi!
Graditissimi ritorni saranno anche quello di Shiraishi Kazuya, con lo spettacolare samurai movie Goban-giri, quello di Jun Lana, con la divertente commedia degli equivoci LGBT filippina Becky & Badette (la nostra amatissima Eugene Domingo è Becky!), quello di Norris Wong, con il film musicale The Lyricist Wanna Be, e quello di Nick Cheung, l’inimitabile attore hongkonghese alla sua seconda regia: Peg O’My Heart, affascinante e anarchico horror-thriller sulle strade dell’ex colonia britannica.
Restando ancora sulle strade di Hong Kong, ecco il mago Herman Yau, a Udine con due action: Moscow Mission (cinesi e russi decidono di allearsi per annientare un banda di ladri sulla Transiberiana!) e Raid of the Lethal Zone, dove gli interventi della polizia vengono complicati da una violenta e spettacolare alluvione. E poi? E poi non dimentichiamo l’epica reunion di Tony Leung Chiu-wai e Andy Lau! Se Infernal Affairs è il cult che tutti veneriamo, e che il FEFF ha regalato al suo pubblico nel 2003, adesso è tempo di sognare ancora: ecco The Goldfinger, splendido crime thriller che porta la firma di Felix Chong (sì, certo, lo stesso Felix Chong di Infernal Affairs) e che il FEFF 26 presenterà in collaborazione con l’Emperor Group di Hong Kong!
NON FATE MAI ARRABBIARE DON LEE! Il successo internazionale è arrivato nel 2016 con Train to Busan, l’entusiasmante zombie-disaster movie di Yeon Sang-ho, ma il FEFF e la Tucker Film avevano già iniziato a fare il tifo per lui addocchiandolo in The Good, the Bad, the Weird di Kim Jee-won (2009) e in The Unjust (2011) di Ryoo Seung-wan. Del resto, come si potrebbe non fare il tifo per il mitico Don Lee? Gli sono bastati pochi anni di carriera e, titolo dopo titolo, blockbuster dopo blockbuster, l’ex istruttore di MMA ha rapidamente scalato il vertice dello show-biz, diventando una delle icone cinematografiche più amate dagli spettatori coreani e più conosciute dagli spettatori occidentali (lo abbiamo anche visto debuttare a Hollywood, sotto il segno della Marvel, con Eternals di Chloé Zhao)!
Se Train to Busan è stato il suo turning point, è stata però un’irresistibile saga poliziesca a segnare definitivamente la sua consacrazione popolare grazie al personaggio dello sbirro spaccatutto Ma Seok-do (“Monster Cop” per gli amici). Una saga che si è aperta nel 2017 con The Outlaws di Kang Yun-sung, presentato a Udine nel 2018, e che ha poi generato tre capitoli pullulanti di cazzotti e di fragore action: The Roundup (2022), The Roundup: No Way Out (2023) e, adesso, The Roundup: Punishment, prontissimo ad affrontare il pubblico del FEFF 26. Ma non è tutto: per la gioia del fandom italiano, infatti, la Tucker Film ha deciso di acquistare l’intera quadrilogia, ampliando un catalogo in cui Don Lee è ormai di casa (oltre ai film citati all’inizio, ricordiamo anche lo splendido noir The Gangster, the Cop, the Devil)!
Classe 1971, radici coreane (il suo nome è Ma Dong-seok) e cittadinanza statunitense, l’eroe più manesco e più irascibile del nuovo cinema asiatico tempesterà di botte i cattivi di The Roundup: Punishment ma saluterà la community fareastiana con un cordiale videomessaggio.
GREATEST HITS FROM ‘80s & ‘90s. Ogni storia ha una data d’inizio e la data d’inizio del FEFF è il 10 aprile 1999. Ogni storia prende vita da una scintilla e la scintilla del FEFF è l’Udine Hong Kong Film del 1998. Ogni storia e ogni scintilla, ovviamente, hanno delle radici e il Far East Film Festival 26 ha scelto di portare avanti Greatest Hits from ‘80s e ‘90s, un appassionante racconto iniziato l’anno scorso. Cos’e successo in Oriente tra la fine degli anni Ottanta e l’alba del nuovo millennio? Com’era, al tempo, lo scenario del cinema coreano, oggi cosi amato e frequentato dal pubblico occidentale? Come ha preso forma il terreno fertile da cui sono germogliati i filmmaker giapponesi? Insomma: com’era il FEFF prima del FEFF? La retrospettiva messa a punto per la ventiseiesima edizione risponderà a tutte le domande attraverso una selezione di 14 titoli. 14 radici artistiche e geografiche accuratamente selezionate tra molte pietre miliari e altrettanti capolavori. Quei capolavori nascosti che hanno sempre brillato silenziosamente, come le canzoni pubblicate sul lato B dei vecchi 45 giri…
Sarà l’occasione per scoprire, o ritrovare, anche il capolavoro di Tony Bui Three Seasons, cioè il primo film vietnamita uscito negli Usa dopo l’embargo. Una poetica riflessione sul passato, sul presente e sul futuro della città di Saigon che vede tra i protagonisti il grande Harvey Keitel.
50/50 – KOREAN FILM ARCHIVE. In occasione dell’anniversario della nascita del KOFA (Korean Film Archive di Seoul), Udine sarà la prima dimora per un pacchetto di 7 incredibili film coreani degli anni ‘50. 7 autentiche perle del passato, rinate in 4K, che includono anche il seminale Madame Freedom (1956) e The Widow (1955), il primo film diretto da una donna nella storia del cinema coreano!
Supportato, come sempre, da MYmovies, il FEFF offrirà anche quest’anno una preziosa selezione di titoli online per l’intera durata del festival: il numero dei film verrà annunciato a breve insieme alle istruzioni per l’uso.
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