Cronaca & Attualità
Il terremoto del 6 maggio 1976 ricordato in Regione: «La ricostruzione resta un modello»
Moretti (pde): «Gli esempi del passato sono emblematici: l’aiuto e la solidarietà delle persone, lo sforzo di non lasciare nessuno indietro, concetti che da Zamberletti al singolo sindaco e volontario sono stati lasciati a tutti noi»
TRIESTE – Il 6 maggio del 1976 continua a essere una data spartiacque nella storia del Friuli. Resta il ricordo di una immane tragedia, il dolore per chi perse la vita e la vicinanza alle famiglie delle vittime, ma anche l’orgoglio legato a una ricostruzione dal basso che è ancora un modello per tutta l’Italia.
A 48 anni di distanza dal sisma, sono queste le riflessioni maturate in seno al Consiglio regionale, massimo organismo di rappresentanza delle comunità del Friuli Venezia Giulia. Una regione che nel dopo terremoto non solo si è rialzata ma ha saputo individuare una sua peculiare strada per lo sviluppo economico e sociale, nel segno di un’autonomia che era e rimane un sentimento ancor prima che un’opportunità dettata dalle parole scritte sullo Statuto.
Nel segno di una rinnovata consapevolezza della propria storia e delle proprie radici, nel dopo terremoto sono nate istituzioni importanti come l’Università del Friuli e l’Area di ricerca a Trieste, in grado di accompagnare la crescita economica di un territorio desideroso di futuro, oggi come allora.
«Quarantotto anni fa il Friuli tremò, colpito al cuore dall’Orcolat, rimanendo ferito in maniera profonda. Una ferita dalla quale seppe riprendersi e rialzarsi, dando inizio alla ricostruzione, un atto di forza e di volontà che oggi resta un esempio di rinascita e di spirito di comunità e solidarietà vivo nella memoria». Lo afferma il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Diego Moretti, in occasione delle commemorazioni del 48° anniversario del terremoto che il 6 maggio del 1976 colpì il Friuli.
«Gli esempi del passato sono emblematici: l’aiuto e la solidarietà delle persone, lo sforzo di non lasciare nessuno indietro, concetti che da Zamberletti al singolo sindaco e volontario sono stati lasciati a tutti noi. Come avvenne nel periodo post sisma, allo stesso modo, oggi dobbiamo richiamare qui valori e garantire la necessaria solidità al tessuto sociale e produttivo, forza alle istituzioni locali, affinché nell’autonomia ci sia una sana collaborazione tra Stato, Regioni e Comuni. Questi buoni esempi del passato devono continuare a ispirare la politica di oggi».
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