Cronaca & Attualità
I Carabinieri di Udine recuperano scritti di Altiero Spinelli. C’è anche una lettera di Aldo Moro
Il codice civile stabilisce che gli archivi e i documenti degli enti pubblici sono soggetti al regime del demanio pubblico e, pertanto, sono inalienabili
UDINE – I carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio culturale di Firenze e Udine hanno consegnato 21 documenti provenienti dalle corrispondenze dell’onorevole Altiero Spinelli con le istituzioni del tempo, all’Historical Archives of the European Union di Villa Salviati a Firenze nel corso di una cerimonia che si è tenuta il 7 maggio 2024 alla presenza del direttore e dei Comandanti dei nuclei carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale di Firenze e Udine.
L’indagine, che ha portato a sequestrare questo importante gruppo di lettere, era partita nel 2021 a cura dei militari Tpc di Firenze che avevano ricevuto un’attivazione investigativa dopo che era stata individuata la vendita sui canali di aste on line di una rara lettera dattiloscritta con firma autografata dell’allora ministro degli Affari Esteri, Aldo Moro, con Altiero Spinelli, datata 1 agosto 1973. Il codice civile stabilisce, infatti, che gli archivi e i documenti degli enti pubblici sono soggetti al regime del demanio pubblico e, pertanto, sono inalienabili. Di conseguenza, tali documenti rientrano nella previsione normativa dei beni culturali che appartengono allo Stato o a enti pubblici.
La ricostruzione del canale di vendita ha portato i carabinieri dell’Arte a individuare, in un quarantenne residente nella provincia di Pordenone, colui che aveva messo in vendita la lettera in questione e, una volta interessata la locale Procura della Repubblica, è stato emesso nei suoi confronti un decreto di perquisizione e sequestro per il reato di ricettazione. L’uomo è stato molto collaborativo confermando che, quale appassionato di lettere autografate, aveva effettuato l’acquisto presso i canali dell’e-commerce e presso i mercatini di oggetti usati.
I militari del nucleo Tpc di Udine hanno, quindi, dato esecuzione al provvedimento procedendo al sequestro della lettera ricercata e, allo stesso tempo, hanno constatato la presenza di altra documentazione simile, tutta appartenente a corrispondenze importanti che riguardano ministeri ed altri enti pubblici. In particolare, quello che rileva a fattor comune, sono i 21 documenti scritti da Altiero Spinelli, o a lui diretti, con particolare riguardo alle sue funzioni svolte in ambito di quella che, a quei tempi, era ancora la Dee (Comunità Economica Europea).
Politico italiano scomparso nel 1986, Altiero Spinelli è considerato uno dei padri fondatori dell’Unione Europea. Noto per i suoi scritti che hanno influenzato il processo di integrazione europea post bellica, è l’autore del “Manifesto per l’Europa libera e unita”, più conosciuto con il nome di “Manifesto di Ventotene”, che redasse nel 1941 con il contributo di Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni durante il periodo in cui fu confinato sull’isola pontina. Fu deputato della Repubblica ed europarlamentare dal 1979 al 1986, assolvendo a diversi incarichi nell’ambito delle politiche europee.
Nella successiva fase di analisi, le lettere sono state fatte visionare al direttore degli Archivi Storici dell’Unione Europea che ha sede presso l’Istituto Universitario Europeo di Villa Salviati a Firenze, il quale ha riferito che i documenti sono certamente originali, ancorché inediti, e sono attinenti al Fondo Spinelli detenuto presso quell’Istituzione vincolato per il riconosciuto di interesse storico culturale. Tutti documenti e le corrispondenze con gli uffici delle istituzioni europee devono essere conservati presso l’archivio di Villa Salviati a cui devono confluire dopo 30 anni da quando sono stati prodotti. Gli atti restituiti costituiscono, sicuramente, materiale sottratto in modo illecito ma in data e circostanze impossibili da accertare, stante il tempo trascorso.
Oltre ai documenti riconducibili alle corrispondenze con l’onorevole, sono state sequestrate altre 5 lettere che riguardavano interlocuzioni con il Comune di Treviso e con alcuni comandi militari del territorio. Questi documenti statali sono destinati a essere consegnati alla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Veneto di Venezia, competente per la Regione Veneto secondo il medesimo provvedimento di dissequestro emesso da parte della Procura pordenonese.
L’attività compiuta da parte dei nuclei di Firenze e Udine si inquadra in modo organico nell’azione di coordinamento investigativo finalizzato al contrasto dei reati in tema di patrimonio culturale che, in questo caso, ha consentito il recupero di prezioso materiale archivistico di importanza europea.
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