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Economia & Lavoro

Cambiano i consumi in Friuli-Venezia Giulia: un quadro delle abitudini dei cittadini

Un’indagine sulle abitudini di consumo in Friuli Venezia Giulia rivela un calo del potere d’acquisto per il 63% delle famiglie, con impatti differenziati sui comportamenti di spesa

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Cena al ristorante con amici - consumo
Cena al ristorante con amici ( © Depositphotos)

UDINE – L’anno 2023 ha segnato un cambiamento significativo nel potere d’acquisto delle famiglie in Friuli Venezia Giulia. Un’indagine presentata oggi a Udine dai presidenti regionali di Federconsumatori e Adiconsum, insieme ai ricercatori di Swg, ha rivelato che il 63% delle famiglie ha visto ridursi il proprio potere d’acquisto. Tuttavia, solo una famiglia su tre ha dovuto modificare le proprie abitudini di consumo a seguito di questa riduzione, con il 9% che ha dichiarato cambiamenti considerevoli.

Più della metà non ha cambiato abitudini

I dati mostrano che il 53% delle famiglie non ha modificato le proprie abitudini di consumo nonostante la riduzione del potere d’acquisto. Di contro, il 38% ha apportato cambiamenti non significativi e solo il 9% ha dovuto effettuare modifiche rilevanti. Questo quadro è meno negativo rispetto al 2022, anno in cui l’inflazione aveva colpito duramente, ma riflette comunque un peggioramento delle condizioni economiche, sebbene meno drastico.

Dove si è tagliato di più

Tra coloro che hanno dovuto ridurre le spese, la ristorazione e l’abbigliamento sono stati i settori più colpiti. Il 59% delle famiglie ha tagliato le spese per mangiare fuori e il 43% ha ridotto gli acquisti di abbigliamento. Inoltre, si è osservata una maggiore propensione a fare acquisti nella grande distribuzione, salita dal 54% al 62%, mentre gli acquisti nella piccola distribuzione, inclusi mercati rionali e prodotti a chilometro zero, sono scesi dal 33% al 27%.

L’interesse per i prodotti locali

Un aspetto interessante emerso dall’indagine è il rapporto delle famiglie con i prodotti locali. Il 47% delle famiglie li considera più cari rispetto a quelli della grande distribuzione, anche se questa percentuale è in lieve calo rispetto al 51% del passato. Nonostante le difficoltà economiche, il 58% dei consumatori è disposto a spendere di più per prodotti di origine certificata. Inoltre, gli acquisti online hanno visto un calo: se nel 2023 il 74% delle famiglie faceva acquisti su internet, ora la percentuale è scesa al 68%, un decremento evidente soprattutto tra gli over 54 e le persone con bassa scolarizzazione.

Il ruolo delle associazioni dei consumatori

Le associazioni dei consumatori giocano un ruolo cruciale nel supportare le famiglie in difficoltà. Secondo l’indagine, l’80% di coloro che si sono rivolti a queste associazioni ha risolto i propri problemi, con il 50% che li ha risolti in modo definitivo. Angelo D’Adamo, presidente di Federconsumatori Fvg, ha sottolineato l’importanza di rendere strutturali le rilevazioni sulle abitudini di consumo, proponendo l’istituzione di un osservatorio dei consumi come tavolo permanente di monitoraggio.

Le preoccupazioni per la piccola distribuzione

Giuseppe De Martino, presidente di Adiconsum Fvg, ha espresso preoccupazione per la crisi della piccola distribuzione, che si riflette nella chiusura di molti uffici postali e sportelli bancari. Questa situazione non solo minaccia la tenuta economica, ma anche sociale delle comunità periferiche. Le associazioni dei consumatori chiedono alle istituzioni locali interventi concreti per sostenere queste realtà e garantire un’economia locale più resiliente.

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