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Al carnico Tobias Fior il Premio Gabriele d’Annunzio Vate d’Italia

“L’opera di d’Annunzio è in continuo divenire!” A Chieti il ricercatore, scrittore e dannunzista di Verzegnis ha ricevuto il riconoscimento per il suo lavoro sull’opera della figlia del Vate

Massi Boscarol

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foto: Tobias Fior, carnico, riceve il premio Premio Gabriele d’Annunzio Vate d’Italia a Chieti

VERZEGNIS, (CHIETI) – Ricercatore, scrittore, ma soprattutto dannunzista – come ama definirsi – in attesa dell’imminente uscita della sua biografia su Renata Montanarella d’Annunzio, figlia di Gabriele, è stato premiato la scorsa settimana durante la prima edizione del Premio Internazionale Gabriele d’Annunzio Vate d’Italia presso il Grande Albergo Abruzzo di Chieti: parliamo di Tobias Fior, carnico di Verzegnis.

L’evento, organizzato dallo storico Cristiano Vignali assieme agli ordini nobiliari di San Nicola, di Vandea e dell’Impero Romano d’Occidente e con l’Alto Patrocinio della Regione Abruzzo, Patrocinio della Provincia di Chieti, Patrocinio del Vittoriale degli Italiani, ha visto premiati tra gli altri i dannunzisti tra cui il nostro, ragazzi giovani che hanno scritto su GdA e i protagonisti di attività storiche della città di Chieti per l’attaccamento al territorio ed il servizio fatto alla propria comunità, dove non sono mancati momenti di rara commozione per chi si prodiga da oltre mezzo secolo in ricerche storiche.

“Un albergo meraviglioso, d’altri tempi, la sala strapiena con centocinquanta presenti circa, sono stato gratificato per il lavoro che ho fatto sul romanzo inedito di Renata d’Annunzio Montanarella Una donna, uscito nel 2020 per Ianieri Edizioni. A distanza di quattro anni questo libro continua ad essere preso in considerazione” ci racconta Fior “perchè Renata non era solo la Sirenetta del Notturno ma era anche una scrittrice, innamorata della scrittura e vedeva il padre com un punto di riferimento, un eroe, e non ha mai smesso di considerarlo come tale. Questo premio lo dedico col cuore a lei per ciò che voleva diventare!” sottolinea orgoglioso l’intervistato.

“Quando ho sentito pronunciare il mio nome e lo scroscio di tutti quegli applausi a seguito” intercala lo studioso di Verzegnis “è stato davvero emozionante; ero nei luoghi e nella regione del d’Annunzio, così lontano da casa mia – eppure così vicino!, ma soprattutto ero grato perchè tutte quelle persone di una città, di una terra che non avevo mai visto né frequentato che mi tributavano un riconoscimento per quello che ho dato agli studi sul Vate, sono state il coronamento di tanto lavoro dal 2005 ad oggi. Da giovane il mio sogno era quello di ricevere un premio intitolato all’oggetto dei miei studi e la cosa più bella è che si tratta proprio del primo premio che ricevo, per me è un sogno!”

Chieti è una città visceralmente dannunziana: qui il poeta sacro completò parte della sua formazione da privatista, al Liceo Giambattista Vico, 1878. L’anno dopo pubblicherà la sua prima opera ovvero la raccolta di poesie Primo Vere, lasciando alcuni versi per il teatro della città. Sempre qui, racconta ancora Tobias “ho incontrato un ragazzo studente del Classico premiato per un articolo: in lui ho rivisto me stesso quando mi innamorai della figura di Gabriele (pronunciato con l’affetto con cui si parla di un parente caro), lo leggevo febbrilmente, ne scoprivo le gesta e le opere: quel ragazzo lo interpretava, lo sentiva, era come un passaggio di testimone, la consapevlezza che un’altra generazione ama ancora e sempre un grande della storia e della letteratura del Belpaese, a conferma che c’è ancora speranza: ci sono ancora ragazzi che coltivano la passione per un personaggio che troppo spesso viene relegato ai luoghi comuni ma che lui sì… è eternamente giovane! Perchè gli scritti, gli studi, la passione per d’Annunzio sono sempre un continuo divenire” conclude Tobias.

Il tutto naturalmente in attesa di poterlo valorizzare finalmente anche dalle nostre parti dove lega indissolubilmente il nome alla Prima Guerra Mondiale, alla Marcia su Fiume e naturalmente a Ronchi dei Legionari. Magari attraverso la voce – e la penna – di chi ha ricevuto un riconoscimento così importante.

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