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Gorizia

Incendio nel carcere di Gorizia: quattro detenuti e sei agenti intossicati

Quattro detenuti e sei agenti intossicati sono stati ricoverati in ospedale, mentre le autorità penitenziarie e sindacali chiedono urgentemente riforme strutturali

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Detenuto in cella - Carcere
Detenuto in cella ( © Depositphotos)

Gorizia è stata scossa da un grave incidente all’interno del suo carcere nella notte scorsa. Un detenuto, il cui nome non è stato reso noto, ha dato fuoco agli arredi della propria cella, scatenando un incendio che ha messo in grave pericolo sia i compagni di detenzione che il personale di sicurezza. Il tempestivo intervento della Polizia Penitenziaria ha evitato conseguenze ancora più gravi, ma il bilancio dell’incidente è pesante: quattro detenuti e sei agenti sono stati intossicati e trasportati in ospedale.

Secondo Giovanni Altomare, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria per il Friuli-Venezia Giulia, il detenuto ha appiccato il fuoco all’interno della cella, provocando una densa nuvola di fumo che ha costretto l’evacuazione immediata del reparto detentivo. Per evitare il peggio, gli altri detenuti sono stati trasferiti nel cortile passeggi, mentre il detenuto, barricatosi all’interno della cella incendiata, è stato salvato grazie all’intervento provvidenziale dei poliziotti penitenziari. L’immediata risposta degli agenti, nonostante le condizioni di lavoro difficili e il personale ridotto, è stata fondamentale per scongiurare un disastro maggiore.

Un sistema in crisi

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, ha commentato l’episodio sottolineando la grande professionalità e il coraggio dimostrato dagli agenti, nonostante le gravi carenze nel personale e le difficoltà strutturali. “Questo grave incidente mette in luce le priorità trascurate nella sicurezza penitenziaria”, ha dichiarato Capece, rimarcando come il smantellamento delle politiche di sicurezza negli anni abbia contribuito ad aggravare la situazione nelle carceri italiane. La crescente frequenza di episodi critici, evidenziata dai dati del primo quadrimestre del 2024, suggerisce la necessità di interventi urgenti e strutturali nel sistema penitenziario.

Dati e richieste di interventi

Nel Distretto penitenziario del Triveneto, nei primi mesi del 2024, sono stati registrati ben 257 eventi critici, tra cui resistenze, ingiurie e proteste collettive. 101 poliziotti sono rimasti feriti, con prognosi che variano da 7 giorni a oltre 20 giorni. Capece ha richiesto interventi urgenti, tra cui una revisione del regime custodiale e un miglioramento delle tecnologie e della formazione per il personale in servizio. Tra le proposte avanzate vi è la dotazione di taser per gli agenti, strumento che potrebbe migliorare la sicurezza senza ricorrere all’uso immediato della pistola.

La necessità di riforme strutturali

Capece ha inoltre sollecitato una serie di riforme strutturali per affrontare la crescente presenza di detenuti con problemi psichiatrici nel circuito penitenziario ordinario. Tra le proposte c’è quella di espellere i detenuti stranieri per farli scontare le pene nei loro paesi d’origine e riaprire gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Questi cambiamenti sono considerati essenziali per garantire un sistema penitenziario più sicuro e giusto.

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