Economia & Lavoro
Settore terziario in FVG: un motore per la crescita occupazionale
Il settore dei servizi spinge l’occupazione in Friuli Venezia Giulia, con 9.400 nuovi posti di lavoro nel primo semestre del 2023
Il settore dei servizi continua a rappresentare un faro di speranza per l’occupazione in Friuli-Venezia Giulia. Questa è la conclusione principale emersa dall’ultimo report Istat sul primo semestre dell’anno, come confermato da Giovanni Da Pozzo, vicepresidente nazionale e presidente provinciale di Udine di Confcommercio. I dati raccolti dall’Osservatorio regionale mostrano un quadro estremamente positivo, con il settore dei servizi che si conferma come il principale motore di crescita occupazionale.
Crescita occupazionale e dati positivi
Secondo Da Pozzo, l’occupazione in Friuli-Venezia Giulia ha raggiunto il 70,2%, con un tasso di disoccupazione che è sceso al minimo storico del 3,4%. Questi numeri rappresentano un segnale chiaro di una ripresa solida, grazie principalmente alla crescita nel settore dei servizi. Da gennaio a giugno, la regione ha visto un incremento di 9.400 occupati rispetto al periodo precedente, dimostrando una notevole vitalità nel comparto.
Il ruolo cruciale del settore terziario
Da Pozzo sottolinea l’importanza del settore terziario, che include turismo e servizi, come pilastri fondamentali per l’occupazione. Nonostante le difficoltà che il commercio sta affrontando, il terziario continua a dimostrarsi un settore chiave per la creazione di lavoro e la crescita economica. Questo riflette una fase di forte collaborazione tra Regione e associazioni di categoria, volta a sostenere e sviluppare ulteriormente il comparto.
Le dichiarazioni di Sangalli e il contesto nazionale
In aggiunta, Da Pozzo cita le parole di Sangalli, presidente di Confcommercio, che durante l’assemblea confederale di giugno ha evidenziato come tra il 1995 e il 2023 il settore terziario di mercato abbia generato circa 3 milioni e mezzo di posti di lavoro. Questi dati confermano la centralità del terziario nella creazione di occupazione e nella promozione di una crescita economica diffusa.
Sfide future e comparazioni europee
Nonostante i risultati incoraggianti a livello regionale, Da Pozzo ricorda che l’Italia rimane indietro in Europa per quanto riguarda il tasso di occupazione, con un valore del 66,3% rispetto al 75,4% della media comunitaria. Questo dato mette in luce che, sebbene ci siano progressi significativi a livello regionale, ci sono ancora sfide da affrontare a livello nazionale per migliorare la posizione dell’Italia nel contesto europeo.
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