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AFDS Udine e ADS Trieste uniscono le forze per il dono del sangue

AFDS Udine e ADS Trieste rafforzano la collaborazione per promuovere il dono del sangue, puntando sui giovani e la sinergia regionale

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Donatori di sangue
Donatori di sangue ( © Depositphotos)

Le associazioni AFDS di Udine e ADS di Trieste hanno recentemente rafforzato la loro collaborazione con un nuovo accordo che consolida la cooperazione in ambito trasfusionale a livello regionale. Questo storico patto, che affonda le sue radici nel lontano 1963, ribadisce l’importanza del dono del sangue come gesto associativo, volontario, gratuito, anonimo e responsabile.

Un impegno a lungo termine per la donazione di sangue

Le due associazioni, guidate dai rispettivi presidenti, Roberto Flora (AFDS) ed Ennio Furlani (ADS), hanno sottolineato la volontà di lavorare insieme per affrontare le sfide attuali legate alla donazione di sangue, con un particolare focus sul coinvolgimento delle nuove generazioni. I giovani, come sottolineato dai presidenti, sono la “vera forza che fa ben sperare nel futuro del dono”, e rappresentano il fulcro delle future iniziative promosse da entrambe le associazioni.

Grazie a questo accordo, si è stabilita una consultazione permanente su questioni legate alla donazione di sangue, con l’obiettivo di presentare una posizione comune nelle sedi competenti. Questo garantirà che il sistema trasfusionale della regione Friuli-Venezia Giulia possa operare in modo efficiente e coordinato, sempre a beneficio della collettività.

Un rinnovato spirito di collaborazione

Il nuovo accordo non è solo un impegno formale, ma un segnale di unità e collaborazione tra due realtà che condividono valori profondamente radicati nel tessuto sociale e culturale del Friuli-Venezia Giulia. Le associazioni, infatti, hanno sempre lavorato per promuovere il dono del sangue come gesto di solidarietà e umanità, e oggi si impegnano a realizzare progetti innovativi che possano attirare nuovi donatori, in particolare i giovani.

La stretta collaborazione tra AFDS Udine e ADS Trieste è un esempio di come le sinergie regionali possano rafforzare il sistema sanitario locale, garantendo una maggiore efficienza e una migliore organizzazione della rete di donazione.

Una storia di amicizia e solidarietà

Le radici di questa collaborazione affondano in una lunga storia che inizia nel 1963, quando Giuseppe Tenderella di Trieste prese contatto con Giovanni Faleschini, allora presidente dell’Associazione Friulana Donatori Sangue, per creare un’associazione simile a Trieste. Da quel momento, le due realtà hanno sempre condiviso i medesimi valori e scopi, promuovendo il dono del sangue come gesto di solidarietà, altruismo e responsabilità sociale.

La nascita dell’Associazione Donatori Sangue (ADS) Trieste nel novembre del 1963 ha segnato l’inizio di una collaborazione che dura da oltre sessant’anni. Due anni dopo, nel 1965, le due associazioni fondarono la Federazione Fidas del Friuli-Venezia Giulia, con lo scopo di coordinare le attività trasfusionali e garantire un’azione comune a livello regionale.

Il ruolo dei giovani nel futuro del dono

Un aspetto fondamentale dell’accordo riguarda l’impegno a coinvolgere maggiormente i giovani nel processo della donazione di sangue. Le nuove generazioni rappresentano non solo il futuro delle associazioni, ma anche la garanzia che il sistema trasfusionale possa continuare a rispondere alle esigenze della comunità.

AFDS e ADS sono consapevoli che, per garantire la continuità del servizio e una rete di donazione sempre più efficiente, è essenziale promuovere la cultura del dono tra i giovani, sensibilizzandoli sull’importanza di donare sangue in modo volontario, gratuito e responsabile.

Rafforzare la dimensione regionale

Un altro punto chiave dell’accordo riguarda la volontà di rafforzare la dimensione regionale del sistema trasfusionale. La collaborazione tra Udine e Trieste è vista come un modello per garantire che tutte le strutture e le associazioni del Friuli-Venezia Giulia possano lavorare in modo armonioso, a beneficio dell’intera comunità.

La sinergia tra queste due realtà permetterà di affrontare meglio le sfide legate alla gestione delle scorte di sangue, migliorando la funzionalità del sistema e garantendo che non manchino mai le risorse necessarie nei momenti di maggiore bisogno.

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