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Migranti senza accoglienza a Trieste: mancano posti e soluzioni, ICS lancia l’allarme

La situazione dei richiedenti asilo a Trieste è critica: oltre 180 persone abbandonate in strada senza alcuna accoglienza

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Migranti a Trieste
Migranti a Trieste ( © Depositphotos)

La situazione dell’accoglienza dei richiedenti asilo a Trieste ha raggiunto livelli allarmanti, come segnalato dal Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) in una nota diffusa il 28 settembre. Oltre 180 persone, tra cui uomini, donne e nuclei familiari con minori, sono attualmente senza una sistemazione, costrette a vivere in strada. Questo drammatico scenario riporta Trieste indietro nel tempo, a quando il Silos offriva almeno un rifugio temporaneo, nonostante le condizioni di degrado.

Oltre 180 persone senza accoglienza

Secondo i dati forniti dall’ICS, la situazione è preoccupante: 164 uomini singoli, 4 donne singole e 11 persone appartenenti a nuclei familiari, tra cui 6 minori, sono abbandonati in strada senza alcuna accoglienza. Il problema non è solo numerico, ma anche logistico: i tempi di attesa per entrare nel sistema di prima accoglienza sono arrivati fino a 30 giorni, una cifra drammatica considerando la vulnerabilità delle persone coinvolte. Le condizioni in cui queste persone vivono sono rese ancora più difficili dall’assenza di strutture adeguate, con molti costretti a ripararsi in situazioni di fortuna, esposte alle intemperie.

Il fallimento del Silos e la mancata programmazione

La chiusura del Silos, avvenuta il 21 giugno, ha privato queste persone di un rifugio, seppur degradato. Prima della chiusura, chi non trovava accoglienza poteva almeno contare su tende improvvisate all’interno del vecchio magazzino. Ora, però, anche quella possibilità è scomparsa, e la situazione sembra solo peggiorare. L’ICS sottolinea che le autorità locali non sono state in grado di trovare soluzioni alternative adeguate, lasciando così i richiedenti asilo in balia degli eventi.

Una delle maggiori criticità riguarda l’ostello di Campo Sacro, che avrebbe potuto rappresentare una soluzione temporanea, ma i lavori di adeguamento fognario non sono mai stati avviati. Inoltre, la vicenda dei moduli abitativi provvisori, che la Prefettura avrebbe dovuto installare per aumentare la capienza dell’ostello da 78 a 150 posti, si è rivelata un fallimento. Questi moduli sono rimasti inutilizzati perché non idonei in caso di bora, una caratteristica climatica tipica della zona.

Regione e comune: l’inerzia istituzionale

Secondo l’ICS, la Regione Friuli-Venezia Giulia e il Comune di Trieste hanno mostrato una preoccupante inerzia di fronte all’emergenza. Non sono state avviate collaborazioni con gli enti preposti per trovare soluzioni, nemmeno temporanee. Questo atteggiamento di indifferenza istituzionale aggrava una situazione già di per sé difficile. Le associazioni che si occupano dei richiedenti asilo hanno offerto la loro collaborazione per gestire l’emergenza, ma le autorità locali non hanno ancora preso provvedimenti concreti.

Migranti in transito: un’emergenza nascosta

Oltre alla crisi dei richiedenti asilo stabili, la città di Trieste deve fare i conti anche con i migranti in transito. Circa 50-60 persone al giorno, tra cui anche famiglie, attraversano la città senza fermarsi, ma la mancanza di interventi per offrire un’accoglienza di “bassa soglia” rappresenta un problema aggiuntivo. Queste persone, che avrebbero bisogno di un rifugio temporaneo per ripararsi almeno la notte, sono completamente ignorate dalle autorità. L’ICS denuncia che, nonostante il numero di migranti in transito sia modesto e gestibile, le autorità locali si rifiutano di allestire soluzioni di accoglienza, aggravando ulteriormente la situazione.

Un quadro sconcertante

La nota dell’ICS dipinge un quadro sconcertante di incapacità e mancanza di intervento. Le persone che arrivano a Trieste, sia in cerca di asilo sia in transito verso altre destinazioni, sono lasciate sole e abbandonate. Le temperature autunnali, che presto si trasformeranno in quelle rigide dell’inverno, non faranno che peggiorare le condizioni di vita di queste persone.

In conclusione, il richiamo dell’ICS è chiaro: le istituzioni devono agire rapidamente per evitare che la situazione degeneri ulteriormente. Soluzioni come l’adeguamento dell’ostello di Campo Sacro, l’installazione di moduli abitativi adatti al clima e un minimo di assistenza per i migranti in transito devono diventare priorità. Il rischio è che la crisi umanitaria, già grave, possa trasformarsi in una tragedia silenziosa sotto gli occhi di tutti.

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