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Estorsione e mafia: arrestata una donna campana a Pordenone

Arrestata una donna di origini campane a Pordenone nell’ambito di un’operazione contro estorsione e mafia, con 60 arresti

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Suv della Polizia - mafia Pordenone
Suv della Polizia (© Depositphotos)

Questa mattina, una donna di origini campane ma domiciliata nel Pordenonese è stata arrestata con l’accusa di estorsione, tentata estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso. L’operazione è stata condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Pordenone e si è conclusa con la misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, Dott. Anna Imparato. Al termine delle operazioni, la donna è stata trasferita al carcere femminile di Trieste.

Un’indagine complessa e strategica

L’indagine, che ha visto il coinvolgimento di circa 350 operatori della Polizia di Stato, ha rappresentato un’importante operazione di contrasto alla mafia in territorio italiano. 60 persone sono state arrestate con l’accusa di associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al furto, tentato omicidio e traffico di sostanze stupefacenti. Questi arresti riguardano due clan camorristici attivi a Napoli, che si sono scontrati per il controllo del territorio e del traffico di droga. Le indagini, durate ben tre anni, hanno rivelato un quadro complesso e preoccupante di attività criminali diffuse.

Il monopolio del racket

Un aspetto particolarmente allarmante emerso dall’inchiesta è il monopolio del racket degli alloggi popolari da parte dei camorristi. La criminalità organizzata non solo si occupava del traffico di droga, ma gestiva anche l’intera filiera dello spaccio, dall’approvvigionamento fino alla distribuzione sul territorio. Questo monopolio ha avuto un impatto diretto sulle comunità locali, amplificando il potere e l’influenza della camorra anche al di fuori della Campania.

Sequestro di sostanze e armi

L’operazione ha portato al sequestro di circa 200 chili di sostanze stupefacenti e ha consentito di rinvenire ordigni e munizioni. Gli agenti hanno scoperto anche spazi utilizzati per la raffinazione e il confezionamento del crack e per lo stoccaggio di altre tipologie di droga. Questi ritrovamenti confermano la capacità dei clan di infiltrarsi in diverse attività illecite, minando la sicurezza e la tranquillità delle comunità locali.

La reazione della comunità

L’arresto di questa donna, insieme agli altri 60 soggetti coinvolti, rappresenta un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata nel Friuli-Venezia Giulia. Le istituzioni locali e la cittadinanza guardano con speranza e determinazione all’operato delle forze dell’ordine, che continuano a impegnarsi per ripristinare la legalità e garantire la sicurezza ai cittadini.

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